Sicilia – ”I migranti che in queste ore stanno sbarcando sulle coste siciliane, compresa Lampedusa,potrebbero essere oltre 4.000. Le imbarcazioni provengono dalla Libia ed e’ la prima volta che si assiste a un’ondata
di arrivi cosi consistente e concentrata in poche ore”, e’ quanto afferma Jose’ Angel Oropeza, direttore
dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneodell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM),
a commento dell’alto numero di arrivi via mare che sta interessando da ieri la Sicilia.
”I team dell’OIM presenti sull’isola nell’ambito del progetto Praesidium”, sottolinea Oropeza, ”sono al lavoro
insieme ai colleghi dell’UNHCR e di Save the Children presso i punti di sbarco di Augusta, Pozzallo e Porto Empedocle per fornire assistenza e informazioni legali ai migranti che man mano giungono sulla terraferma. I paesi di origine sono vari: Eritrea, Nigeria, Siria, Mali, Gambia, Guinea Bissau,Senegal. Molti anche i gruppi familiari, con tante donne e bambini a seguito, che in alcuni casi sono stati divisi durante le operazioni di salvataggio e che adesso le organizzazioni cercheranno di riunire insieme alle forze dell’ordine”. Rispetto ai primi tre mesi del 2013, quando
furono registrati circa 500 arrivi, quest’anno il numero di sbarchi si e’ moltiplicato: nel 2014 sono infatti 5.475 le
persone giunte via mare in Italia, escludendo gli arrivi di questi giorni. Dall’inizio dell’operazione Mare Nostrum,
nell’ottobre 2013, 10.134 migranti e richiedenti asilo sono stati salvati dalla Marina Militare Italiana.
”Quello che sta succedendo”, sottolinea, ”dimostra come sia importante che le attivita’ di salvataggio di Mare
Nostrum continuino, ma allo stesso tempo pone la questione di come evitare che cosi’ tante persone rischino la vita in
mare. Una di queste soluzioni potrebbe essere la possibilità’ di accesso – tramite i consolati europei – alla procedura di asilo direttamente nei paesi di primo asilo o di transito, o anche la creazione di Centri ”stazioni migratorie” situati
lungo i principali itinerari seguiti in Africa dai migranti, dove poter fornire consulenza sulle possibilita’ di
immigrazione legale verso l’Europa e altri paesi di destinazione, per contribuire a scoraggiare – almeno in parte
– i viaggi della speranza; occorre anche mettere a punto – conclude Oropeza – ‘un
sistema di accoglienza che riesca ad affrontare queste improvvise situazioni di emergenza, un piano di contingenza
che possa essere modulato sul numero degli arrivi e possa garantire un’assistenza adeguata a tutte le persone che
continueranno a sbarcare: l’attuale instabilita’ politica libica fa infatti temere un ulteriore aumento di arrivi anche
nelle prossime settimane”.
Ieri, grazie all’impiego di un mediatore culturale conoscitore della lingua aramaica, una
giovane donna migrante sbarcata incinta di 25 settimane, a Lampedusa e’ stata assistita d’urgenza dall’Esercito.
Durante lo sbarco sull’insola, infatti – come ricostruisce una nota – i soccorritori del pronto soccorso hanno notato la
donna incinta che si sforzava di comunicare in cerca di aiuto.
Tra il personale dell’Esercito impiegato sul posto per garantire una cornice di sicurezza era presente anche il
Caporal maggiore scelto, Behabtu Robel, che, avvicinatosi alla signora, ha compreso che stava parlando in aramaico.
Il graduato si e’ rilevato cosi’ fondamentale per il soccorso e le prime cure alla donna per il controllo della
gravidanza. I mediatori culturali dell’Esercito sono impiegati a Lampedusa nell’ambito dell’operazione ”Strade Sicure” in atto dall’agosto del 2008. Il loro compito, oltre a quello di garantire la sicurezza del Centro di Soccorso e Prima
Accoglienza, anche quello di dare assistenza agli immigrati. Il contributo offerto agli immigrati e, conseguentemente,
ai soccorritori si e’ rilevato spesso indispensabile per
scongiurare situazioni di pericolo. I militari che operano a Lampedusa sono inquadrati nel
raggruppamento Strade Sicure Sicilia occidentale al comando del Colonnello Marco Buscemi.
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