Il gip di Palermo Guglielmo Nicastro ha convalidato il fermo dei 14 migranti musulmani accusati di aver gettato in mare 12 persone perchè di religione cristiana. Il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere accogliendo la richiesta della procura che aveva fatto presente, nella richiesta, tra l’altro, il rischio del pericolo di fuga.
Tra i fermati c’è anche un diciassettenne della Costa d’Avorio, la cui posizione è al vaglio del Gip del tribunale dei minorenni. Tra i sei testimoni che accusano gli indagati pure il fratello di uno degli uccisi, un nigeriano. Il provvedimento di fermo di polizia giudiziaria è stato eseguito nei giorni scorsi dai poliziotti della Squadra Mobile di Palermo.
In particolare il giudice, accogliendo le tesi dell’accusa, ha considerato coerenti le ricostruzioni dei fatti fornite dai superstiti e raccolte dagli investigatori. Rilevando invece “diverse contraddizioni e scarsa verosimiglianza tra le varie versioni fornite dagli indagati” che non avrebbero, di fatto, sostenuto una linea difensiva coerente. Dei 14 migranti sentiti in tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere mentre gli altri hanno negato ogni coinvolgimento in una rissa scaturita per motivi religiosi.
I profughi annegati sarebbero finiti in acqua a causa degli spazi angusti nel gommone.
L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai sostituti Renza Cescon e Marina Ingoglia.
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