Imboscata dall’Agenzia delle Entrate: ti fanno lo sconto, ma solo se paghi la tassa | Da oggi è obbligatoria

Logo Agenzia delle Entrate in primo piano - foto Depositphotos - SiciliaNews24.it
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Praticamente è una sorta di do ut des: lo Stato ti concede strumenti per estinguere i debiti, ma alla fine è lui a guadagnarci

Il ravvedimento operoso è una procedura che permette ai contribuenti di correggere errori o omissioni nelle loro dichiarazioni fiscali con sanzioni ridotte.

È una soluzione che offre la possibilità di sistemare la propria situazione con il Fisco in modo semplice e conveniente, evitando le lunghe e costose verifiche fiscali tradizionali.

Questo strumento è regolato dalla legge e ha recentemente subito modifiche per renderlo più efficace e meno oneroso per i contribuenti. In pratica, quanto più rapidamente si interviene per correggere l’errore, tanto minore sarà la sanzione applicata. Questo sistema incentiva una risoluzione tempestiva delle irregolarità.

Per il Fisco, il ravvedimento operoso rappresenta un modo rapido e diretto per recuperare le somme dovute, senza dover affrontare i costi e i tempi lunghi dei contenziosi legali. In questo modo, si riducono i conflitti tra contribuenti e amministrazione fiscale.

Come si calcola il ravvedimento operoso

L’importo del ravvedimento operoso si compone dell’imposta non versata, le sanzioni e il tasso di interesse. Le sanzioni, come detto, variano in base al ritardo con cui il contribuente effettua il pagamento, con opzioni vantaggiose se il ravvedimento avviene entro tempi brevi rispetto alla scadenza.

A differenza delle sanzioni, che sono variabili, il tasso di interesse del ravvedimento operoso è fisso e corrisponde al tasso legale in vigore durante il periodo di imposta a cui il tributo fa riferimento.

Non perderti la scadenza dell'Agenzia delle Entrate
Uomo scoraggiato dalle somme da pagare – Depositphotos – Sicilianews24

Prima paghi, meno paghi

La riduzione delle sanzioni varia in base alla tempestività con cui si regolarizza la situazione. Se il contribuente corregge entro 30 giorni, la sanzione è ridotta a un decimo di quella ordinaria. Se la correzione avviene entro 90 giorni, la sanzione è ridotta a un nono del minimo. Continuando con questa logica, entro l’anno di competenza la sanzione è ridotta a un ottavo, mentre entro l’anno successivo la riduzione è a un settimo.

Se la regolarizzazione avviene oltre il termine per la dichiarazione successiva, la sanzione è ridotta a un sesto del minimo. Anche quando la violazione viene constatata, il contribuente può ancora beneficiare di una riduzione, pagando solo un quinto del minimo. Queste progressive riduzioni delle sanzioni rappresentano un forte incentivo per i contribuenti a regolarizzare nel breve tempo la loro posizione fiscale, evitando così le conseguenze più gravose di un accertamento.