C’è un riferimento preciso alle medaglie per significare che in ogni cosa, in ogni azione, che gli esseri umani compiono, ci sono sempre componenti di positività e di negatività che sono determinanti, sul piano pratico e teorico per dare senso compiuto, nel bene e nel male, a tutte le attività. Infatti, c’è il famoso detto che così recita: “ogni medaglia ha in suo rovescio” ! Queste considerazioni, che nulla scoprono perché rientrano nel normale e nell’ordinario; fanno da premessa a riflessioni che attengono agli stili comportamentali delle persone e alle loro attività finalizzate a produrre effetti, accettabili o meno, nel contesto speciale nel quale operano. Nel mondo, oggi, afflitto da grandi tensioni e dal degrado dei valori e degli ideali; c’è una dicotomia tra i soggetti, molti, che producono danni, e i pochi dediti a produrre benessere e situazioni mirate a migliorare il tenore di vita delle comunità.

Volendo attribuire il valore di metafora alle medaglie, chi scrive è stato indotto a queste considerazioni perché sollecitato dalla notizia, pubblicata in un inserto del Giornale di Sicilia del 27 u.s., che un gruppo di ricerche dell’Università di San Francisco, coordinato dall’italiano Davide Ruggero, ha scoperto che è sufficiente dimezzare la proteina eIF4E, presente nelle cellule tumorali, per attivare i radicali liberi che finiscono per distruggerle, senza intaccare le cellule sane, con conseguente blocco della malattia.

Notizie come questa, che riescono a guadagnarsi un minimo di spazio, fra l’enorme quantità occupata, giornalmente, dalle tante altre disastrose come: guerre, massacri, genocidi, attentati e diaspore di interi popoli e che, con tante altre disastrose concorrono, nell’insieme, a tenere alto il tasso di disagio dell’umanità intera; portano alla conclusione, non certo consolante, che il contraltare al disfattismo nichilista di molti, è quello di pochi che operano fattivamente, con tenacia e convinzione, nell’ambito di quella logica che vede in prospettiva solo ed esclusivamente il benessere delle comunità.

Questo è il rovescio della medaglia che dovrebbe indurre non una minima parte dell’umanità, ma tutta, a comportamenti civili, tolleranti, rispettosi della giustizia sociale, e della libertà di professare la religione nella quale ognuno ha fede e crede. L’umanità dovrebbe attivare un processo di sublimazione mirato a trasformare le attività riguardanti l’istinto e aggressive in quelle socialmente utili. Questo tema, tanto complesso e spinoso, è alla vigile attenzione di Papa Francesco che non manca di esortare i popoli, tutti, con il messaggio della sua enciclica che dice: “non costruite muri e barricate, ma ponti” !