Ben 56 minuti di disponibilità al dialogo con i giornalisti, un confronto sereno e costruttivo, per garantire risposte e delucidazioni com’è nello stile del Catania, una società che rispetta profondamente gli appassionati, i tifosi e la città, scegliendo costantemente schiettezza ed essenzialità: è la via percorsa oggi in sala stampa dal Presidente. Evidenziamo alcuni dei concetti salienti che hanno caratterizzato l’incontro odierno.Linearità e Trasparenza – “Noi abbiamo sempre mantenuto linearità e trasparenza, in 10 anni di gestione ed in 8 anni di Serie A. Ad esempio, avevamo detto che nel corso del mercato di gennaio avremmo preso 3 giocatori e così è stato”.Il reale peso degli infortuni: una stagione “allucinante” – “Gli infortuni hanno massacrato il Catania – ha detto il Presidente, rileggendo in sala stampa l’eloquente dato relativo alle presenze in campionato di molti tra i rossazzurri più rappresentativi – al punto che per un periodo è stato difficile anche svolgere gli allenamenti, visto l’esiguo numero di atleti a disposizione. In questo senso, fin qui, è stata una stagione allucinante, caratterizzata da un numero anomalo di indisponibilità, che incidono negativamente anche sull’identità della squadra e che si riflettono sulla classifica, man mano più pesante. Inseguire, poi, genera insicurezza, difficoltà, ansia”.Speranza viva grazie alla squadra – “Salvaguardiamo la squadra, siamo ancora in corsa per la salvezza grazie allo straordinario spirito di sacrificio di questi ragazzi”. Motivi di fiducia – “Dobbiamo crederci: per i fatti, per la matematica e per le prestazioni. Il Catania è una squadra forte, crea come poche tra le sue rivali; è vero, spreca e fa errori a volte banali ma l’ansia incide, non bisogna dimenticarlo. Con l’organico al completo possiamo vincere contro chiunque, ne sono convinto e stiamo andando in questa direzione: sì, possiamo vincere, anche contro la Juve. Serve almeno una vittoria importante nelle prossime tre partite: ci credo, arriverà”.Il Catania, un club modello – “Il Catania ha i numeri per fare sempre bene, è una delle società più sane del calcio italiano, ha strutture come quelle di questo Centro Sportivo a disposizione e bilanci a posto. Quando abbiamo firmato l’opzione per il terreno del nuovo stadio eravamo ultimi in classifica: non siamo legati al risultato, vogliamo fare calcio e farlo bene”. I tifosi – “Anch’io contestavo, da tifoso – sorride riflettendo il Presidente, che ribadisce l’importanza dei sostenitori per il Catania – perchè il calcio è così, in Italia. Ognuno di noi crede di saper fare meglio degli altri”.Fair play e rispetto per gli arbitri – “I rigori concessi al Chievo contro il Genoa? Ho visto la partita, per me c’erano entrambi: bisogna essere obiettivi. Dobbiamo rispettare gli arbitri”. Bergessio, cuor di Catania – “Bergessio è un combattente, se sta in piedi gioca sempre e vuole farlo. Ha giocato l’anno scorso con un dito rotto e quest’anno con il perone fratturato, sul 4-0 per la Juve: qualcuno ha detto che è stato costretto a farlo ma voi conoscete il suo carattere, Gonzalo ed il Catania non meritano che si dica questo. La pubalgia è un problema emerso a febbraio, a mercato chiuso, così come l’infortunio di Castro”. Mercato, i giudizi di ieri e la logica delle scelte – “L’attaccante? Fino a gennaio c’era anche Maxi Lopez. A gennaio abbiamo preso un esterno offensivo e non una prima punta, potendo contare per questo ruolo su Bergessio, Leto che in Grecia ha realizzato 13 gol in 16 partite da centravanti, Petkovic che è stato il giovane più richiesto in Serie B, non dimenticando Castro che l’anno scorso ha giocato in questo ruolo anche se il vice-Bergessio designato era Cani. Più in generale, ricordo i giudizi lusinghieri sul nostro mercato estivo, voti in pagella che non avevamo mai ottenuto, in questo senso. Abbiamo cercato di fare le cose con criterio e logicità: Almiron avrebbe dovuto prendere il posto di Lodi in mezzo, trovandosi pienamente a suo agio, ma è stato subito frenato dagli infortuni; per il ruolo di terzino sinistro, partito Marchese, avevamo Biraghi, che oggi è nel giro della Nazionale maggiore, Monzon che ha vinto un’Olimpiade, Alvarez che può giocare anche su quella fascia e Capuano; partito Gomez, puntavamo su Castro, rivelazione della passata stagione, che ci è stato richiesto da Cska Mosca, Fenerbahçe e Genoa, ma Lucas è stato costretto a fermarsi più volte: torniamo all’incidenza degli infortuni”. La compattezza, che può segnare la svolta in questo momento della stagione, affonda le radici nella chiarezza: il Catania può farcela, ha bisogno di tutti.
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