NICOLOSI – Il Parco dell’Etna avvia il dialogo con gli Ordini professionali sui temi, particolarmente sentiti, dell’ecosostenibilità dell’edilizia nel territorio dell’area protetta, delle strategie di progettazione, del più corretto uso dei materiali nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente.
Stamattina, nella sede dell’Ente a Nicolosi, si è svolto un incontro con una delegazione ai massimi livelli dell’Ordine provinciale degli Architetti. Per il Parco, insieme alla presidente Marisa Mazzaglia, ha partecipato un gruppo di tecnici (Agata Puglisi e Giuseppe Di Paola, Cirino Cavalli, Concetta Cantarella, Valter Sicari, Daniela Pavone); per l’Ordine degli Architetti c’erano il presidente Luigi Longhitano, il vicepresidente Giuseppe Scannella, i consiglieri Santo Buccheri, Andrea Toscano, Salvo Borzì e Toni Licciardello. Ha portato i saluti del comune di Nicolosi il sindaco Nino Borzì.
Subito intenso il dibattito, con posizioni anche molto diverse, ma con l’impegno comune di superarle e di avviare rapidamente iniziative comuni nell’interesse del territorio e per rendere più armonico il paesaggio. “L’assoluta peculiarità del Parco dell’Etna, area protetta a forte antropizzazione, con circa 14.000 edifici diffusi nel territorio e circa 4000 costruzioni con abusi edilizi, rende necessario un dialogo costante e un confronto concreto con gli ordini professionali per trovare insieme i criteri e le soluzioni adeguate per armonizzare l’edilizia esistente con il paesaggio nel rispetto delle norme – afferma la presidente Marisa Mazzaglia – Avviamo oggi un dialogo con l’Ordine degli Architetti, dopo quello con gli Ingegneri. Dovremo impegnarci a discutere per superare quelle che ancora oggi appaiono come forti contrapposizioni ideologiche, soprattutto sul concetto di vincolo passivo, che deve in ogni caso tenere conto del fatto che proprio i vincoli introdotti dal Parco hanno contribuito in modo determinante ad arrestare la devastazione del territorio”.
Per il presidente Luigi Longhitano “la contemporaneità è la chiave culturale per migliorare il paesaggio e la gestione del Parco dell’Etna. Il nostro Ordine vuole farsi portavoce di una nuova filosofia d’approccio che non percorra più i cliché edilizi finora utilizzati ma consegni la leadership a una progettazione nuova in armonia con l’ambiente. La necessità di costruire si deve tradurre nella valorizzazione dell’esistente senza ulteriore consumo del suolo. Non occorre più edificare ma riqualificare le volumetrie già presenti con materiali e idee che nascono nel nostro territorio. Riteniamo fondamentale, ad esempio, e proponiamo di abolire la possibilità di costruire nelle zone agricole, sottoforma di una legge interna al Parco. O ancora estendere la tutela alla zona D, quella tra i fiumi Alcantara e Simeto. A questo si aggiunge l’importanza di promuovere questo cambiamento culturale: il patrimonio dell’Etna deve essere compreso nella sua totalità, a partire dalla formazione educativa nelle.scuole”.
I partecipanti hanno aggiornato l’incontro per approfondire le tematiche, con un invito del presidente Longhitano al Parco nella Casa degli Architetti.
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