Salire sul carro dei perdenti non è mai facile soprattutto quando a perdere è un progetto che non porta ancora il risultato sperato dai tifosi. Le aquile non decollano nei playoff e l’intera città di Palermo resta in B.
Dopo la sconfitta per 2-1 con il Venezia, la sensazione più forte al triplice fischio finale di Pairetto è che in campo ci fosse una squadra convinta di poter salire ed una che in fondo non ci credeva abbastanza. Il Venezia è squadra, il Palermo ancora no. I Lagunari hanno chiuso il campionato con 14 punti di vantaggio sui rosanero ed in campo la differenza si è vista tutta, ancora di più che nella partita d’andata.
Negli ultimi due anni si è percepita più involuzione che la crescita a prescindere dai punti in classifica. Questo Palermo ha ancora tanto da fare per potere raggiungere la serie A, probabilmente ci vorrà tempo o forse tanto tempo, considerando che non si è arrivati ai playoff in crescendo ma con un cambio di allenatore che non è riuscito a dare quel quid in più necessario per far mettere in campo ai giocatori rosa più del sudore.
Il gioco non si vede, compassato. I singoli non eccellono e Ranocchia, non ancora al 100% dopo l’infortunio, non si è trasformato nel Principe che avrebbe potuto portare il Palermo in A.
Della società è difficile parlare perché a volte sembra non si possa dire altro se non GRAZIE per avere investito a Palermo. Ma si sa che quando qualcosa non va la responsabilità è in gran parte di chi risiede al comando.
La città di Palermo ha dato sostegno alla squadra riempiendo quasi sempre il Barbera, anche nei momenti più difficili e merita investimenti importanti. D’altronde comprare il Palermo non è la stessa cosa di comprare il Troyes o il Girona. Se qualcuno, (e sicuramente non è così) ha pensato che il modello potesse funzionare in modo identico in realtà grandi come in realtà più piccole, molto probabilmente non starebbe comprendendo dove sta investendo o è stato consigliato male.
Il palermitano è un tifoso molto esigente, a volte eccede ma vuole la serie A e perché no, vette ancora più alte: italiane ed europee. Il tifoso rosanero vede società come Atalanta, Bologna e Fiorentina compiere gesta eccezionali. Esempi di programmazioni vincenti. Nei primi due anni del progetto triennale del City group la promozione in serie A non è arrivata, ne resta ancora uno nel progetto Arabo, ora però tocca fare di più e visti i risultati fino ad ora, serve fare molto di più.
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