PALERMO – Il Palermo soffre fino alla fine ma vince 3 a 2 e raggiunge l’obiettivo, quello di rimanere in serie A. Una partita per nulla scontata e un risultato sudato fino all’ultimo minuto. Il Verona ha dato filo da torcere alla squadra di casa. Una stagione 2015- 2016 veramente piena di colpi di scena. La squadra del patron Zamparini ha raggiunto molti record. Uno tra tutti il cambio di allenatori tra vecchi e nuovi. La stagione si è conclusa con il bilancio di mister Ballardini con 3 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta in 6 partite. Oltre 33mila spettatori per l’ultimo match della stagione, decisivo contro l’Hellas Verona. Stadio Barbera vestito di rosa in tutti i sensi: i tifosi della curva nord, all’ingresso delle squadre in campo, tengono in mano cartelli rosa e al centro troneggia il numero “12”, simbolo del dodicesimo uomo in campo, ovvero i tifosi. La partita termina tra gli applausi e i salti di tifosi e giocatori con una colonna sonora targata Vasco Rossi “E già”. Nessuna sorpresa con Ballardini che conferma formazione e modulo con il 4-3-2-1: Sorrentino in porta, difesa composta da Cionek, Gonzalez e Andelkovic; ai due lati Rispoli e Morganella; chiavi del centrocampo affidate a Maresca, centrale con Hiljemark; Vazquez e Trajkovski supportano Gilardino in avanti.
Del Neri risponde con il 4-4-1-1 con Gollini in porta; l’ex Pisano, Bianchetti, Helander e Emanuelson in difesa; Viviani,Marrone, Wszolek e Siligardi a centrocampo; Ionita dietro Pazzini, attaccante più avanzato; assente Luca Toni che ha dato l’addio al calcio domenica scorsa contro la Juventus.
Il Palermo si fa vedere solo al 7’ con un cross dalla destra di Rispoli per Trajkovski che stoppa spalle alla porta e appoggia al limite per Maresca che con un sinistro rasoterra ci prova, ma il tiro è lontano di almeno due metri dallo specchio della porta.
Il Verona non è affatto prono e si gioca la partita con grinta.
Intanto al 9’ Vazquez recupera palla nella trequarti si libera e poi crossa al limite per Hijemark, ma Viviani fa buona guardia e allontana il pericolo.
Sempre El Mudo ci riprova al 14’, cerca di liberarsi in area di Helander e lamenta un tocco di mano del gialloblu; Irrati lascia correre.
Ed è proprio Franco Vazquez che al 28’ sblocca il risultato e il Barbera diventa una bolgia: Hiljemark riceve palla in area, appoggia per Vazquez che con un potente sinistro rasoterra supera Gollini.
Colpo di scena in campo al 35’ con la doppia espulsione di Morganella e Wszolek. Sia gli scaligeni che i rosanero rimangono in 10 in campo. Irrati è costretto ad estrarre il rosso ai due che vengono alle mani.
Al 40’ Pazzini per Ionita che scatta e calcia direttamente in porta, Sorrentino ancora una volta riesce a deviare la sfera sul palo.
Alla ripresa del secondo tempo il Verona rimonta al 3’ pareggia con un preciso diagonale di Viviani che s’insacca alla destra di Sorrentino.
Al 6’ il Palermo torna in vantaggio e riagguanta la salvezza. Rimessa laterale lunga di Rispoli, Maresca di testa non si lascia sfuggire l’occasione, cogliendo di sorpresa Gollini.
Al 10’ entra Lazaar, fuori Trajkovski.
Al 19’ il Palermo fa tris con una bella azione manovrata in campo: Cionek da centrocampo si fionda il area e passa a destra la palla a Rispoli che con precisione serve Gilardino sul secondo palo che di testa insacca. Esultanza del numero 11 che si toglie la maglia e viene ammonito. Per il Palermo sembra avvicinarsi la salvezza.
Al 39’ cambio in casa Palermo esce tra gli applausi per Rispoli ed entra Vitiello.
Al 39’ il Verona accorcia le distanze con Viviani che crossa sul secondo palo dove Pisano va via facile a Hiljemark e di testa infila sul primo palo Sorrentino.
In pieno recupero mister Ballardini fa uscire tra gli applausi del Barbera Franco Vazquez (lascerà il Palermo) ed entra Jajalo.
BALLARRDINI: “Siamo contenti e felici, il Carpi ha tenuto vivo il campionato fino alla fine, per loro arriveranno giorni migliori. Maresca? E’ stato straordinario per la persona che è, per l’esperienza, lo spessore, è stato fondamentale, ma ringrazio tutta la squadra, Gianni Di Marzio, persona setia, competente, sa parlare nei momenti giusti, è stato d’aiuto per tutti, per noi, è stato l’uomo in più. Cosa non andava? La squadra non era una squadra, la prima volta che io sono entrato c’erano dei malumori per come si esprimeva la squadra. Quando sono tornato siamo stati messi nelle condizioni migliori per poter lavorare e ho chiesto di avere a disposizione tutti i giocatori, anche quelli che non era stato possibile utilizzare nella mia prima gestione”.
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