Un’ottima partenza in campionato, con tanto di derby vinto, un leader in campo come non se ne vedevano da tempo, un allenatore saggio, forse sottovalutato, che ha ben capito che la semplicità è la chiave per far rendere la squadra al meglio.
Complice la partenza a rilento di Inter e Juventus, che stanno patendo problemi forse inaspettati, il Milan è in vetta alla classifica, meritatamente. A Milanello, la parola scudetto non si pronuncia, sembra quasi un tabù, ma la realtà è questo bizzarro, pazzo campionato può regalare sorprese. Se valutiamo i pronostici scommesse dei bookmaker, il Milan potrebbe candidarsi alla vittoria finale visto l’inizio scoppiettante, interrotto solo da qualche piccolo passo falso in Italia e in Europa.
Com’è possibile che una squadra che fino a pochi mesi fa sembrava non aver né capo né coda essere una delle candidate allo scudetto?
Intanto, l’amministratore delegato del Milan, Gazidis, ha fatto chiarezza in società. Ha affidato a Maldini il mercato, ha confermato Pioli a dispetto della scelta iniziale di esonerarlo alla fine della scorsa stagione, ha avuto l’intuizione di affidare a un campione (solo) apparentemente sulla via del tramonto, Ibrahimovic, la leadership della squadra. Decisioni azzeccate, che complice un mercato intelligente, fatto di acquisti non altisonanti ma talentuosi e giovani, ha permesso all’allenatore di costruire la sua idea di gioco senza pressioni.
L’allenatore, come detto, ha avuto il merito di dare un’impronta di gioco chiara e definita. Blindata la difesa, che come sappiamo in Italia è fondamentale per ottenere risultati di rilievo, ha creato una diga in mezzo al campo con Kessie (mai così bene da quando veste la maglia rossonera) e Bennacer, dando a Calhanoglu (anche lui rinato) e a Rafael Leao la libertà di inventare e concludere a rete. I giovani Saelemaekers e Brahim Diaz stanno mostrando un buon talento e Donnarumma cresce di anno in anno.
Infine, i giocatori sembrano aver sposato appieno le scelte tattiche e tecniche dell’allenatore: la squadra gioca con fiducia e tranquillità, Ibrahimovic è il leader riconosciuto, tutti sanno cosa fare.
Alcune gare di questo inizio di campionato hanno messo in mostra una squadra pericolosa, quadrata, compatta e concentrata. Prendiamo il derby: già dai primi minuti i rossoneri sono sembrati più in palla dei nerazzurri, che al contrario sono apparsi fragili e insicuri tatticamente. Così è nata la doppietta di Ibrahimovic: il rigore che ha portato in vantaggio i rossoneri è stato frutto di un’azione in verticale rapida e velenosa, che ha trovato impreparata la difesa nerazzurra, il raddoppio è invece nato da un contropiede micidiale, che ha visto tra i protagonisti Saelemaekers, Calhanoglu e Rafael Leo, che in tre passaggi hanno portato Ibrahimovic davanti alla porta.
Insomma, il Milan ha qualità indubbie, Pioli ha convinto tutti a remare nella stessa direzione e ha saputo tirare fuori il meglio da ogni singolo giocatore.
Certo, il campionato è lungo. Arriveranno momenti di crisi, pareggi e sconfitte, ma al momento i rossoneri non hanno i problemi che sembrano tormentare le avversarie. La Juventus, con Pirlo in panchina, fatica a trovare una sua identità, nonostante i risultati stiano cominciando ad arrivare, anche grazie al solito Cristiano Ronaldo. L’Inter ha serie difficoltà in difesa: Conte ha deciso di modificare l’impianto di gioco, vuole partire da dietro e attaccare alto, ma la mancanza di difensori rapidi sta rendendo particolarmente complicata l’applicazione dei concetti tattici. La Lazio non sembra la stessa squadra dello scorso anno, l’Atalanta nemmeno. La Roma è una buona squadra, ma difficilmente potrà ambire a qualcosa di più di un posto in Champions. Il Napoli? Rosa di livello, ben guidata, ma non certo superiore al Milan.
Tra gli addetti ai lavori, tuttavia, circola una certa sfiducia nei confronti del Milan come candidato alla vittoria del campionato 2019-2020, soprattutto dopo la sconfitta interna contro il Lille in Europa League. Bruno Giordano, l’ex attaccante di Lazio e Napoli, ha mostrato le sue perplessità, dicendo di rivedere nel Milan “la Lazio dello scorso anno” e aggiungendo che, a suo modo di vedere, i rossoneri possono ambire al massimo a un posto in Champions.
Dello stesso avviso il giornalista Franco Ordine, che dopo la brutta sconfitta contro il Lille ha evidenziato i limiti mentali e fisici del Milan, non considerandolo affatto attrezzato per lo scudetto. Anche l’ex Atalanta Thomas Manfredini si è detto dubbioso sulle possibilità scudetto dei rossoneri: “Non ha la rosa per vincere lo scudetto”.
Il giornalista Matteo Marani, invece, considera “eccessive” le critiche nei confronti del Milan caduto contro il LIlle. Secondo il suo punto di vista, la sconfitta patita in Europa League può avere delle conseguenze, ma tutto dipenderà da come reagirà: se saprà riprendere il suo cammino oppure se le certezze acquisite fino a questo momento vacilleranno. Tuttavia, anche Marani dubita che i ragazzi di Pioli possano arrivare allo scudetto, anche se “possono fare grandi cose”.
A dire il vero, è stato lo stesso Paolo Maldini a mettere le mani avanti a proposito di scudetto, un obiettivo “azzardato”. “Non siamo pronti per vincere, se non vinceremo lo scudetto non saremo delusi”.
Tra gli ex rossoneri, c’è invece chi è più ottimista e sprona la squadra a giocare per vincere. Shevchenko, attualmente commissario tecnico della nazionale ucraina, ha invitato la squadra a credere alla vittoria finale, perché “Pioli è un maestro e Ibra un trascinatore”.
Dopo la gara col Lille, Stefano Pioli ha ribadito le ambizioni rossonere: “Le pressioni ce le creiamo da sole, vogliamo crescere e vincere” ha detto in conferenza stampa prima della sfida col Verona. “Con il Lilla è successo qualcosa che non volevamo – ha aggiunto −, abbiamo abbassato il livello tecnico e tattico contro l’avversario sbagliato. Abbiamo analizzato insieme tutti gli aspetti della partita”.
Insomma, tra scettici e ottimisti, il dibattito attorno al Milan possibile campione d’Italia è aperto.
Certamente, se guardiamo alle rose, Juventus e Inter appaiono ancora superiori, anche per profondità della rosa. Il Napoli e la Lazio non sono inferiori, l’Atalanta può riprendersi velocemente. Ma questo campionato, come già detto, è strano. E, come diceva il grande Brera, la dea Eupalla del calcio è già capricciosa di suo.
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