MILANO (ITALPRESS) – Un’annata difficile come il 2020, con la crisi innescata dalla pandemia da Covid 19, non ha fermato il Gruppo CAP. L’azienda che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano ha presentato il bilancio consolidato, che vanta ricavi per oltre 344 mln e un utile di 18,56 milioni di euro, 86,14 mln di EBITDA. Gli investimenti si sono attestati sui 105 mln, poco al di sotto del livello 2019, pari al 45% dei ricavi della tariffa.
CAP ha continuato a seguire il suo Piano di Sostenibilità che punta sull’economia circolare: “Il Gruppo – ha detto all’Italpress il presidente e amministratore delegato Alessandro Russo – ha archiviato il 2020 in maniera positiva nonostante il contesto complicato; sicuramente ci candidiamo dal 2021 a essere soggetti del Green Deal”, con l’obiettivo di “aumentare gli investimenti, favorire politiche di economia circolare sul territorio, aiutare le imprese a crescere, anche perché diamo tanti posti di lavoro attraverso gli investimenti che generiamo. E allo stesso tempo ci candidiamo come supporto ai territori, nella ripresa”.
CAP ha stanziato 10 milioni di euro per sostenere i Comuni gestiti e gli ospedali pubblici del territorio della Città metropolitana di Milano.
“Gli investimenti sul territorio fatti nel 2020 – ha continuato Russo – sono il frutto di una gestione industriale integrata della risorsa idrica che impegna il 33% della tariffa nello sviluppo di infrastrutture e servizi sempre più automatizzati, nelle sfide dei progetti di economia circolare, ricerca scientifica, simbiosi industriale. Un dato ben superiore alla media nazionale, che si attesta al 24% (Blue Book 2019), da vedere alla luce di un percorso in continua evoluzione che guarda a obiettivi ambiziosi, come il recupero della maggior quantità possibile di energia e materia dalle attività produttive, per arrivare a ridurre entro il 2033 l’impatto di CO2 del 40% e il volume dei fanghi prodotti dalla depurazione dell’acqua dell’87%”.
Fra gli investimenti, 34 mln di euro nel 2020 sono stati dedicati all’economia circolare. Fra le novità, il fatto che negli impianti di San Giuliano Milanese, Robecco sul Naviglio, Bareggio, Canegrate, Rozzano, Pero, siano state avviate attività di produzione a regime di biogas e biometano a basso impatto ambientale che impiegano rifiuti organici, la cosiddetta FORSU, provenienti dall’industria agroalimentare dell’hinterland milanese.
“Mi fa piacere ricordare poi, in particolare, il lavoro fatto per il rifacimento dell’impianto di CORE, con la Biopiattaforma, che proprio qualche mese fa ha visto lo spegnimento del vecchio inceneritore di Sesto San Giovanni. Lì sorgerà un moderno impianto, in grado di accogliere l’umido e di trattarlo per produrre energia elettrica e biomentano. In quell’impianto c’è la nostra passione, un’opera che vale quasi 50 milioni di investimento da sola”.
La presentazione dei dati è stata ospitato dentro al Centro Ricerca Salazzurra, all’Idroscalo di Milano, un’occasione per vedere da vicino i laboratori, nati nel 2018, dentro i quali l’azienda fa ricerca: “Questo – ha detto ancora a Italpress Alessandro Russo – è un luogo di incubazione e di lavoro quotidiano. Abbiamo tantissimi progetti di ricerca che sono finanziati, tanti per i quali stiamo presentando domande, la filiera è molto ampia. Per questo centro ricerca passano le più importanti innovazioni dal punto di vista della gestione del servizio idrico integrato e passano le migliori menti e le migliori Università italiane e non solo. Abbiamo anche un luogo dove soggetti stranieri collaborano con noi, penso agli USA alla Danimarca alla Germania, per esempio”.
E gli investimenti vanno in ricerca e in innovazione che passa attraverso l’adozione di tecnologia d’avanguardia e digitalizzazione, come ad esempio l’installazione, nell’impianto di Pero, dei detective elettronici. Si tratta di sensori posizionati in prossimità delle reti fognarie che identificano la provenienza delle sostanze tossiche e possono smascherare eventuali scarichi illeciti. Inoltre, il 90% delle acque trattate da Gruppo CAP viene costantemente monitorato per essere riutilizzato a scopo irriguo grazie a un sistema di telecontrollo aziendale, dotato di un sistema di intelligenza artificiale che registra i big data, dialogando con i 40 impianti di depurazione presenti sul territorio.
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