La tradizionale salva dei 21 cannoni del Gianicolo ha salutato l’elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica: alle ore 12.58 la Presidente della Camera Laura Boldrini aveva annunciato il 505 voto necessario per raggiungere la maggioranza assoluta, suscitando l’applauso delle Camere riunite. Alle ore 13.28 si è concluso lo scrutinio con la proclamazione ufficiale del nuovo Presidente della Repubblica: dopo Einaudi, Gronchi e Napolitano (la prima elezione) Sergio Mattarella con 665 voti è il quarto Presidente ad essere eletto al quarto scrutinio. Irraggiungibili erano invece, De Nicola, Cossiga e Ciampi eletti al primo scrutinio con una maggioranza superiore ai due terzi dei voti, come previsto dalla nostra Costituzione. All’estremo opposto c’è Giovanni Leone per il quale nel 1971 furono necessari ben quindici giorni e venti scrutini prima di raggiungere l’agognata soglia che apre le porte del Quirinale. Per Mattarella hanno votato il Partito Democratico, che lo ha proposto, il gruppo NCD – UDC, dopo un lungo braccio di ferro che ha portato Renzi e Alfano quasi al punto di rottura (ma ha lasciato strascichi con le annunciate dimissioni di Sacconi e della Saltamartini), Scelta Civica, che pur lontana dai fasti di Mario Monti Presidente del Consiglio, dispone ancora di 32 grandi elettori, Sel, convinta dal profilo antiberlusconiano del nuovo Presidente e altri piccoli gruppi come Per l’Italia, Gal e autonomisti. Sulla carta Mattarella poteva contare su un ventaglio di voti compresi fra 622 e 635, dunque il suo risultato supera le previsioni della vigilia e ha fatto breccia in altri settori Anche l’opposizione di centrodestra ha sostanzialmente espresso un parere favorevole al profilo personale del nuovo presidente, contestando il metodo scelto da Renzi che ha messo il bollo del PD, impedendo che Mattarella fosse un candidato da tutti condiviso e votabile fin dal primo scrutinio. La decisione di votare scheda bianca e di non contrapporre un altro candidato, esprime nella sostanza il gradimento (o per meglio dire la non contrarietà dei forzisti) al nuovo Presidente. Cinque stelle e Lega hanno invece deciso di puntare ancora sui loro candidati di bandiera rispettivamente Imposimato (127 voti) e Vittorio Feltri (45 voti) per rimarcare la loro distanza politica dalla maggioranza di governo.
Abbiamo più volte espresso, anche in questo giornale, le nostre perplessità su una scelta interna alla politica in un momento in cui la gente della politica non si fida. Ma non c’è dubbio che, fra le scelte politiche, quella di Mattarella è una delle migliori e consente indirettamente alla Sicilia di restare sotto i riflettori nel momento più difficile della sua storia autonomistica. Il combinato disposto fra la gestione economicamente dissennata degli anni delle vacche grasse, che ha riempito l’amministrazione regionale di decine di migliaia di clienti a carico della collettività e l’avvento del governo Crocetta, incapace di affrontare con razionalità gli enormi problemi, ci ha infatti portato sull’orlo del default. Sergio Mattarella è persona per bene (fatto assolutamente non scontato con i tempi che corrono) schivo ma non arrendevole, con un alto senso delle istituzioni e, soprattutto, non può dimenticare che il fratello Piersanti ha sacrificato la sua vita per dare un futuro migliore alla Sicilia. E’ probabile che Renzi pensi di aver trovato un Presidente discreto che non gli faccia ombra ma, al tempo stesso, noi crediamo che Mattarella non starà ad assistere impotente al fallimento della Sicilia. Per questo gli auguriamo buon lavoro.
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