Per la prima volta negli ultimi 50 anni, il Bilancio di previsione della spesa per l’anno 2013 della Regione Siciliana non ha assegnato fondi nei capitoli relativi al settore dell’emigrazione all’estero espressamente previsti dalla L. R. n. 55 / 80 e successive modifiche ed integrazioni.
Nonostante, infatti, le innumerevoli richieste di incontro inoltrate al Presidente Crocetta, all’Assessore della Famiglia, delle Politiche sociali e Lavoro Dr.ssa Ester Bonafede e al Dirigente Generale Avv. Anna Rosa Corsello nessun tipo di disponibilità è stata mostrata nei confronti di quelle associazioni quali l’A.I.T.A.E., l’Anfe, il C.O.E.S., il CRASES, il Fernando Santi, Sicilia Mondo Siracusani nel Mondo e U.S.E.F.
Altrettanto inconcludente è stata l’audizione presso la commissione Bilancio dell’ARS avvenuta in data 17 aprile 2013 la quale, nonostante la disponibilità espressa in un primo momento dai componenti della commissione, non ha di fatto sortito alcun effetto.
I capitoli previsti all’interno del bilancio, infatti, non hanno ricevuto alcun fondo regionale.
Giova ricordare, in questa sede, i benefici ex art. 24 e 24 bis che consentono la realizzazione di viaggi di turismo sociale in favore degli emigrati con difficoltà economiche (che altrimenti non potrebbero ritornare in Sicilia) nonchè attività di promozione della nostra Terra all’estero.
Ciò posto, per fermare il declino, è indispensabile la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti i siciliani sia quelli in Patria che quelli all’Estero.
Le associazioni storiche dell’Emigrazioni raggruppate nel coordinamento del CARSE non intendono sottrarsi al diritto-dovere di intervenire sulla Finanziaria 2013.
La mancata assegnazione di fondi ai capitoli dell’emigrazione rappresenta una cancellazione intollerabile nei confronti dei siciliani che vivono all’estero che storicamente tanto hanno dato alla Sicilia.
La Sicilia non finisce con il mare ma va oltre se stessa.
In tutte le parti del mondo, infatti, dove sono presenti i Siciliani è li presente un pezzo di Sicilia .
Il Governo Crocetta, così operando, ha alzato un muro nei confronti di milioni di siciliani all’estero che si sentono tali e che sentono vivo il sentimento della appartenenza.
Infine, non riconoscere fondi all’Emigrazione equivale a non riconoscere il lavoro svolto da oltre cinquant’anni da tutte le associazioni storiche che hanno mantenuto forte il legame con i figli della Sicilia all’estero.
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