Il discorso di insediamento di Sergio Mattarella

Alle 9.43 Sergio Mattarella, accompagnato dalla Presidente della Camera Laura Boldrini e dalla Presidente vicaria del Senato, Valeria Fedeli, ha varcato il portone di Montecitorio, sede della Camera dei Deputati dove si svolge la cerimonia di insediamento e il discorso alle Camere riunite che lo hanno eletto. In precedenza il corteo presidenziale aveva dribblato le telecamere strategicamente disposte da tutte le emittenti, a testimonianza della difficoltà del lavoro che attenderà i giornalisti nel prossimo settennio, per la tradizionale riservatezza del Presidente. In fila lo attendevano i capigruppo dei partiti e qualche parlamentare che era riuscito a conquistare la prima fila per porgere l’omaggio al neo Presidente. Alle 9.57 dopo un breve conciliabolo negli uffici, Mattarella è entrato in aula accolto da un applauso che ha coinvolto anche i gruppi di opposizione, a testimonianza che sulla personalità del nuovo Presidente non ci sono distinguo, a parte gli schizzi di fango del Fatto Quotidiano. “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne fedelmente la Costituzione” queste le prime parole di Mattarella che poi ha salutato i parlamentari come espressione democratica del popolo e i suoi predecessori Ciampi e Napolitano che, nei giorni scorsi lo avevano consigliato per i futuri impegni. A Napolitano il particolare riconoscimento per avere accettato un secondo mandato in un momento di confusione politica. “Avverto la responsabilità di rappresentare l’unità della Nazione e le attese dei cittadini. La lunga crisi, prolungatasi oltre ogni limite, ha aumentato le ingiustizie ha prodotto emarginazione e solitudine, sottraendo il futuro ai giovani, riducendo i servizi sociali e il rispetto dei diritti garantiti dalla Costituzione. E’ indispensabile che si torni alla crescita per combattere la disoccupazione”.
“L’urgenza di riforme istituzionali, economiche e sociali deve essere rivolta al benessere sociale e al ripristino del concetto di merito sia nel privato che nella pubblica amministrazione. Non servono generiche esortazioni, ma piuttosto la tenacia e l’impegno; ai connazionali del mondo il mio saluto affettuoso; la strada maestra è la piena partecipazione alla vita pubblica di tutti i corpi sociali che ultimamente non si è realizzata”.
Mattarella ha poi rilevato la notevole presenza di donne e giovani in Parlamento, come segno di speranza e cambiamento per il futuro.
“E’ significativo che il mio giuramento sia intervenuto durante il percorso delle riforme che va portato a compimento per rendere più adeguata la nostra democrazia. La nuova legge elettorale costituisce una priorità: il ruolo del Presidente è quello di arbitro con una puntuale applicazione delle regole. L’arbitro deve essere e sarà imparziale”.
Poi una metafora sportiva: “I giocatori lo aiutino con la loro correttezza. Garantire il diritto allo studio dei ragazzi in una scuola moderna e in ambienti futuri per garantire il loro diritto al futuro attraverso il diritto al lavoro”. Pace, Sanità, giustizia in tempi rapidi, disabilità, sostegno alla famiglia, discriminazioni e violenze sulle donne, autonomia e pluralismo dell’informazione, legalità, lotta alla mafia e alla corruzione, gli altri temi sfiorati da Mattarella. “La corruzione sottrae risorse ai cittadini e vanifica la libertà del mercato”, poi un richiamo a Papa Francesco che ha duramente condannato le mafie, ai servitori dello Stato che le combattono e a Falcone e Borsellino che hanno sacrificato la loro vita. Quindi un accenno al terrorismo internazionale: “Siamo inorriditi dalle decapitazioni e dagli eccidi che coinvolgono vittime innocenti. La violenza in nome della religione sembrava superata dalla storia: a minacce globali servono risposte globali contro i seminatori di odio contemperando la sicurezza con la libertà dei cittadini”. Un pensiero anche all’emergenza umanitaria per i flussi migratori con un richiamo all’UE per assumere le responsabilità di una situazione che non può ricadere solo sulle spalle dell’Italia.
Un ringraziamento anche alle Forze Armate, sempre più impegnate in missioni di pace, con un riferimento “alla delicata vicenda” dei due marò prigionieri in India, ma anche ai civili impegnati in azioni di sostegno e ai religiosi dispersi in zone di guerra. Infine l’auspicio che tutte le componenti della società trovino nelle istituzioni pubbliche un sostegno e una vicinanza concreta, per avviarsi con una speranza nuova verso un cammino di serenità e di pace. “Viva la Repubblica, viva l’Italia” le ultime parole di Mattarella. Poi il volo delle Freccie Tricolori e la salva dei 21 cannoni del Gianicolo, una usanza ripresa dal cerimoniale inglese del Settecento.