Debutto tra gli applausi per la nuova stagione del Teatro Brancati, a Catania. In scena per tre settimane fino al 10 novembre “Il contravveleno”, commedia del grande scrittore Nino Martoglio. L’opera, diretta da Turi Giordano, racconta una vicenda ambientata nella Catania degli anni venti. Una città povera ed uscita indebolita dalla guerra dove, tra la fame, in pochi riescono ad emergere. Nel “quartiere” ognuno ha la sua funzione e la sua nomina mentre le “lavandaie” crescono i figli e movimentano le voci della borgata. Tra i personaggi che animano il luogo c’è Don Procopio definito Ballaccheri, il protagonista attorno alla quale si svolge la storia. Questi, grazie alla sua capacità di leggere e scrivere, si fa credere un intellettuale dagli altri soggetti del quartiere, parla sia l’italiano che il dialetto stretto e vende la sua sagacia per qualche moneta. Ma in realtà anche lui soffre la fame e la povertà e gli espedienti che trova di volta in volta sono un modo per tirare a campare. L’occasione per un grosso inganno gliela offre Don Cocimu, un vecchio socialista pronto a tutto per il denaro. La diceria popolare vuole che, per colpa di un piatto di fagioli, Don Procopio abbia contratto il colera, diffusosi in quei giorni tra la popolazione catanese. Le due correnti di pensiero dividono i cittadini in “baddisti” e “colunnisti”. Secondo i primi la malattia viene diffusa da polpette avvelenate, mentre gli altri sostengono che sia il vento a portarlo. Fatto sta che la credenza popolare convince Don Procopio ad essersi ammalato e che ci sia solo un antidoto per poterlo salvare, “u Contra” del dottor Anfuso. Da qui nasceranno equivoci, illusioni, litigi con le “comari” e miracolose guarigioni.
Don Procopio, magistralmente interpretato da Tuccio Musumeci, rappresenta una maschera della Catania di inizi novecento, approfittatore ed opportunista ma non truffatore. Un finto cultore del sapere bravo a raggirare i suoi pari con la retorica ed il pietismo. Don Cocimu (Mirko Magistro) cerca in tutti i modi di sfruttare a proprio favore la tragedia altrui mentre la “comare” Cicca Stònchiti (Guia Jelo) ben raffigura l’immagine popolare del quartiere con le sue credenze e l’ignoranza innocente di chi vive nelle sue convinzioni.
Completano la compagnia Olivia Spigarelli, Evelin Famà, Loredana Marino, Riccardo Maria Tarci, Valentina Ferrante, Elisabetta Alma e Angelo D’Agosta.
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