Per lo smantellamento delle 46 antenne già attive dentro la sughereta di Niscemi, per il blocco definitivo dei lavori di installazione delle tre megaparabole del MUOS e contro tutti i disegni di guerra che vedrebbero la Sicilia “portaerei nel Mediterraneo”, come ha avuto modo di preconizzare soddisfatto il Ministro della Difesa Mauro pochi mesi fa: questa, in sintesi, la piattaforma della manifestazione nazionale del 28 settembre ’13 a Palermo che vedrà la presenza di numerosi comitati cittadini provenienti da tutta la Sicilia e da molte parti della penisola. Ma anche l’operato del governo regionale è al centro dell’attenzione dei movimenti, dopo la revoca della revoca delle autorizzazioni da parte di Crocetta, presidente della Regione Siciliana. Mossa, quella di Crocetta, che ha anticipato di poche ore la sentenza che il Consiglio di Giustizia Amministrativa avrebbe emanato il 25 luglio scorso, dopo che il TAR aveva dato ragione il 9 luglio alle motivazioni della revoca delle autorizzazioni date a sorpresa a suo tempo dall’ex presidente Lombardo. Proprio l’atto di Crocetta è al centro della nuova offensiva legale dei team di avvocati che seguono i movimenti e i comitati No MUOS. E le nuove iniziative di lotta e protesta nascono dall’insofferenza e dal malcontento per l’atteggiamento delle istituzioni che hanno finora affrontato il tema, con contraddizioni e incoerenze negli atti che si sono succeduti. Anche il modo con cui l’Istituto Superiore della Sanità ha trattato la tematica della salubrità dell’impianto lascia insoddisfatti i comitati: nessuno studio valido per durata temporale, con poche e saltuarie rilevazioni e provvidenziali fughe di notizie, estrapolate da contesti più problematici, utilizzate in modo improprio e mediatico. Eppure, l’ISS ha reso noto che la relazione non può essere utilizzata a fini autorizzativi e che particolare attenzione dovrebbe essere rivolta ai più giovani la cui salute va monitorata in base ai fattori di rischio presenti nel territorio di Niscemi e dell’intero comprensorio che vede già la presenza di altri fattori di rischio come il Petrolchimico di Gela. Ma anche i venti di guerra sul Mediterraneo, l’utilizzo del MUOS e delle antenne per le guerre, le basi con testate nucleari presenti in Sicilia e le decine di droni, aerei senza pilota, che già partono da Sigonella sono elementi di grande preoccupazione per la continua e manifesta militarizzazione della Sicilia. Per il futuro di pace e sviluppo, già compromesso e sottratto ai popoli del mare mediterraneo, per una Sicilia isola di cultura in un mare di concordia e solidarietà, il comitato di Piazza Armerina invita i cittadini a essere presenti alla manifestazione di sabato 28 settembre: in queste ore, in piazza Generale Cascino, è stato affisso un grande manifesto elaborato da Enrico Di Carlo per rendere immediatamente visibile l’appello alla partecipazione.
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