Prosegue l’offensiva del sindacato Cobas-Codir contro il governo regionale, dopo gli interventi punitivi per i dipendenti regionali, inseriti nella Finanziaria appena approvata.
Prima era stato il turno dell’Assessore al Bilancio Baccei, contro cui è stato presentato un esposto alla Corte dei Conti in relazione alle trasferte di lavoro del fine settimana che lo conducono a Roma dove vive, adesso è il turno del Presidente Crocetta con un’accusa ben più pesante: la rinuncia a tutti i contenziosi contro lo Stato (passati, presenti e futuri fino al 2017) in cambio di circa500 milioni di euro che servivano per chiudere il bilancio del 2013 e consentirne la certificazione.
In una nota diffusa alla stampa si afferma che il sindacato “ha deliberato di presentare un esposto/denuncia alla Procura della Corte dei Conti per danno erariale e alla Procura della Repubblica per eventuali profili di reato. Sembrerebbe, infatti, che il Presidente della Regione, a fronte della risibile somma ricevuta, si sarebbe assunta la responsabilità erariale, morale e politica di rinunciare (senza alcun mandato specifico della Giunta o dell’Assemblea regionale è possibile?) a tutti i contenziosi in essere contro lo Stato che avrebbero portato alla Regione Siciliana, nel breve termine, alcuni miliardi di euro e che potevano probabilmente evitare, ad esempio, nell’ultima Legge di Stabilità il ricorso a norme ‘lacrime e sangue’ per molti cittadini e lavoratori al fine di potere prioritariamente salvaguardare gli offensivi privilegi della casta politica, dei dipendenti dell’Amministrazione dell’Ars, delle amate associazioni della cosiddetta tabella “H” per le quali sembra non esistere crisi, dei costi immorali della stessa Giunta regionale di Governo oltreché il mantenimento di burocrati esterni all’amministrazione con lauti, anacronistici e inaccettabili compensi”.
Nell’esposto si fa riferimento anche alla recente sentenza della Corte Costituzionale che per le accise sui prodotti petroliferi, ha dato ragione alla Sicilia e alla Val d’Aosta, confermando che le somme a cui Crocetta ha rinunciato erano concrete ed esigibili.
“E’ inaccettabile – prosegue la nota dei Cobas – che, a causa di Crocetta, i cittadini siciliani subiscano questo vero e proprio affronto e perdano i benefici di questa sentenza quantificabili in una cifra a regime molto vicina ai 5 miliardi di euro”.
Nell’esposto/denuncia predisposto dalla Direzione regionale del Cobas-Codir, quindi, si chiede prioritariamente alle Procure, ciascuna per la propria competenza, di verificare la legittimità della firma; contestualmente, la Segreteria Generale del Sindacato sta verificando, insieme ai propri legali, – concludono – la possibilità di impugnare dinanzi all’organo giudiziario competente l’accordo sottoscritto chiedendo l’annullamento di ogni efficacia ed effetto a tutela dei diritti lesi da tutti i cittadini siciliani”.
Anche se, l’approvazione del Bilancio 2013 all’Ars, con le somme erogate dallo Stato in virtù dell’accordo, hanno apposto il sigillo dell’Assemblea Regionale alla sciagurata decisione di Crocetta.
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