Il caso Helg e “l’effetto attak”

L’Assemblea dei soci della Gesap, composta dal sindaco di Palermo, dal sindaco di Cinisi, dal commissario della Provincia di Palermo e dal vicepresidente della Camera di Commercio ha deciso informalmente di confermare la fiducia ciascuno ai propri delegati nel Consiglio di Amministrazione e gli stessi componenti non hanno autonomamente ritenuto di rimettere il proprio incarico per sottolineare la loro distanza dall’operato di Helg.
Quindi sarà l’inchiesta della magistratura (con i suoi tempi) a decidere se Helg era una scheggia impazzita o la rotella di un meccanismo collaudato che gestiva gli evidenti margini di discrezionalità, nella concessione degli spazi commerciali all’aeroporto di Punta Raisi.
Nemmeno i componenti del Consiglio della Camera di Commercio, epicentro del caso, se non altro perché Helg ne è tuttora il Presidente e la tangente è stata chiesta e pagata negli uffici di via Emerico Amari, hanno ritenuto opportuno dare le dimissioni.
Ufficialmente perché Helg, per lo statuto camerale, non potrebbe essere dichiarato decaduto nemmeno con le dimissioni in blocco di tutto il Consiglio.
A nessuno di loro è venuto in mente che le dimissioni di tutti i consiglieri avrebbero dimostrato plasticamente la distanza dei consiglieri dal Presidente arrestato.
Senza contare che comunque Helg dovrà presto gettare la spugna, perché la concessione degli arresti domiciliari è da sempre condizionata all’abbandono delle cariche pubbliche e all’impossibilità di reiterare il reato.
L’ennesima dimostrazione che il collante più potente della politica è “l’effetto attack”.