MILANO (ITALPRESS) – Si infiamma la polemica sul ruolo di Amco nella liquidazione di Ferrarini, il gruppo del settore dei salumi di Reggio Emilia che due anni fa ha chiesto il concordato preventivo per via di alcuni investimenti sbagliati che hanno fatto arrivare il debito a 360 milioni. In gioco c’è il mantenimento in Italia di un marchio storico dell’industria agroalimentare italiana. Amco, bad bank controllata dal ministero dell’economia incaricata di gestire crediti in sofferenza ha presentato un’offerta insieme al gruppo italo-ungherese Pini che ha base a Cipro.
In concorrenza c’è l’offerta presentata dalla cordata tutta “made in Italy” capitanata da Bonterre con il sostegno di Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Sul ruolo di Amco si è concentrata l’attenzione del mondo politico e del Parlamento. L’intervento più recente è quello di Filippo Gallinella (M5S), presidente della Commissione Agricoltura della Camera, che ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Economia e a quello dell’Agricoltura. Gallinella chiede informazioni più dettagliate proprio sul ruolo giocato in questa partita da Amco. “Come mai un’azienda appartenente allo Stato italiano appoggia la proposta presentata da un gruppo straniero?”, si chiede.
Per il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, membro della commissione d’indagine sul sistema bancario, cui ci sarebbero delle incongruenze nella ricostruzione dei fatti fornita durante l’audizione del 3 febbraio dall’amministratore delegato di Amco, Marina Natale. Rispondendo alle domande del senatore Massimo Ferro (Forza Italia) e del deputato Giulio Centemero (Lega) il Ceo di Amco ha motivato la scelta di sostenere la proposta del gruppo Pini ritenendola migliorativa rispetto a quella di Bonterre. Tuttavia, fa notare Anzaldi, la delibera di Amco a favore di Pini è del 25 maggio dell’anno scorso mentre la proposta Bonterre e delle banche è successiva, essendo stata presentata solo l’11 agosto. Come può essere avvenuta, quindi, la comparazione? “Ancora attendo – spiega Anzaldi concordando con la tesi di Gallinella – che qualcuno spieghi agli italiani perché un’azienda di Stato come Amco scelga di parteggiare per un privato, le cui principali attività economiche si svolgono all’estero, invece di schierarsi dalla parte di una cordata di sistema, appoggiata da tutte le associazioni di categoria, che vede capofila un’eccellenza italiana come il gruppo Bonterre, con il sostegno delle due principali banche italiane Intesa e Unicredit. Il governo Conte ha ignorato questa vicenda e non ha dato nessuna spiegazione, mi aspetto che ora il governo Draghi, il presidente del Consiglio e il ministro Franco prendano in mano la questione e tutelino italianità e posti di lavoro”.
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