Mobilità, reddito di cittadinanza, transizione ecologica, decentramento e la creazione di diverse consulte tra cui ben confiscati e cultura: ecco le questioni identificate come prioritarie e da affrontare nei primi cento giorni di Governo. Franco Miceli precisa “al centro del nostro programma resta il rapporto tra cittadini e Amministrazione”.
Riannodare le fila del rapporto tra governo e città attraverso lo strumento della partecipazione, attraverso appunto le consulte e i processi di co progettazione.
“Il governo della città dovrà ricucire questo rapporto per poter contare sul contributo della cittadinanza alla costruzione del futuro collettivo, proprio come accade nelle migliori esperienze di governo e nelle metropoli più avanzate”. L’idea è quella di una città partecipata, “che si cali al più presto nel tema della transizione ecologica: Palermo è la quinta città d’Italia, non può restare fuori dalle logiche indicate dall’Europa”, aggiunge Miceli. “La bellezza in senso artistico ed estetico ma soprattutto sul piano dei contenuti etici, la sostenibilità dei processi di trasformazione e inclusione sociale, questi tre elementi fondamentali del nostro Progetto Palermo”, continua.
Presenti quattro dei sei assessori nominati da Miceli, “sulla esclusiva base delle competenze e senza dare alcun peso alle appartenenze politiche”, per la giunta che sarà: Federico Butera, uno dei massimi esperti nazionali di Transizione Ecologica, Marco Picone, esperto di decentramento amministrativo, il fondatore di Mobilita Palermo Antony Passalacqua, la scrittrice Evelina Santangelo, Ornella Leone e Irene Gioffrido.
“Siamo di fronte a una prospettiva di cambiamento radicale”, dice Butera. “L’Europa ha stabilito un preciso percorso di sostenibilità e biodiversità da rispettare entro il 2050 con delle ricadute sul piano sociale e culturale. Può essere un futuro dispotico o costruito da noi su misura. Tra le varie soluzioni si deve scegliere quella in coerenza con la direzione in cui vogliamo andare e significa cambiare il modo di governare, di rielaborare il modo in cui vediamo gli oggetti: il sistema deve passare da produttivo a di manutenzione” e aggiunge “seguendo le indicazioni europee, i rifiuti in sostanza dovranno semplicemente non esistere, essere ridotti al minimo. Una rivoluzione, anche per Palermo. Il primo passo sarà imporre, come avviene in tutta l’UE, la separazione tra rifiuto umido e secco”.
In tanti parlano di partecipazione, “noi ragioniamo sul decentramento, perché i due temi sono strettamente collegati”, precisa Marco Picone. “Tre sono i livelli di decentramento: i quartieri, ovvero il livello in cui si recupera il senso di comunità, che sono i luoghi in cui le comunità si incontrano e progettano insieme recuperando la dimensione del quartiere e chiedendo alle Circoscrizioni di avere un ruolo di interfaccia, il secondo livello sono appunto le Circoscrizioni”. Otto in totale, ma “possiamo averne anche dieci o ridurle, ragioniamo su quante, quali e con quali confini saranno le Circoscrizioni sulla base delle funzioni che avranno”. E infine “il terzo livello è la città metropolitana”, continua Picone. “Occorre creare rapporti concreti tra i Comuni attraverso l’idea di una città contenitore che al suo interno ha le Circoscrizioni, che possono essere paragonate a città, e i diversi Comuni: tutte entità che tra loro interagiscono innescando i processi di partecipazione”, chiude Picone ma prima sottolinea “Tutto questo senza coinvolgere i giovani non ha alcun senso, è necessario istituzionalizzare il loro contributo nella progettazione”.
La ristrutturazione della mobilità non manca dalle priorità dei primi cento giorni “iniziando dal dare credibilità al trasporto pubblico locale riportando la normalità del biglietto unico integrato che manca dal 2008”, dice Passalacqua. “Un unico abbonamento riduce i costi e accelera le logistiche di spostamento”. Vanno di certo migliorati i tempi “geolocalizzando i bus e i mezzi per dare certezze sui tempi e sulla sincronizzazione degli orari. Infine il rifacimento dell’intera rete ciclabile: va resa sicura e ampliata fino alle periferie”.
Lavorare per il decentramento anche culturale, “Libri, cinema, arte: la cultura tutta deve attraversare in modo capillare la città”, specifica Santangelo. “Penso a un piano dell’offerta culturale che operi in sinergia tra le istituzioni della città metropolitana, della Regione, dell’università, dei privati e delle istituzioni scolastica: pensare in termini di tessuto e non in termini di isole culturali”. La programmazione “deve essere unitaria e a cadenza semestrale: mostre, spettacoli, eventi che definiscano a lungo termine il cartellone di quanto avviene. È necessario un regolamento per l’erogazione dei contributi e vorrei proporre una consulta dell’imprenditoria culturale che possa contribuire affinché il dialogo tra enti, privati e istituzioni sia fecondo” e aggiunge che “in questa logica unitaria vanno insieme anche abbonamenti e campagne di comunicazione” per concludere: ”i quartieri hanno un ruolo centrale: le mediateche possono essere spazi importanti ai fini della costruzione dei processi di inclusione, partecipazione e della creazione del tessuto culturale”.
Irene Gioffrido ritiene che sia “fondamentale alzare il livello di felicità dei cittadini di Palermo. Un benessere sociale che garantiremo attraverso parametri e strumenti: uno di quelli su cui tutta la colazione è d’accordo è l’assistenza al reddito. Fondamentale il sostegno per le persone in difficoltà, che non è assistenzialismo ma supporto, in modo che possano essere messe in condizioni di parità rispetto alla ricerca del lavoro e al soddisfacimento delle aspirazioni personali. Il reddito di cittadinanza è finalizzato alla facilitazione e non alla sopravvivenza”. I beni confiscati “al momento bloccati, in condizioni di inutilità che sono risorse e abbiamo i mezzi per farlo, ecco perché propongo di creare una consulta apposita”.
A chiudere è Ornella Leone, ingegnera: “la Pubblica Amministrazione deve rispondere tempestivamente alle esigenze dando un’immagine di presenza attraverso il completamento di un ampio processo di informatizzazione e di digitalizzazione, quest’ultimo inizia immediatamente con l’adeguamento delle pagine web istituzionali: che siano chiare, soprattutto ai giovani che oggi hanno internet come prima interfaccia”. Occorre anche una “rapida e incisiva riorganizzazione della macchina amministrativa, in modo che i dipendenti della p.a. si sentano parte del Progetto Palermo”. Va “attivato il dialogo tra istituzioni e persone, soprattutto con il mondo delle professioni”.
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