La videosorveglianza è un argomento decisamente delicato, soprattutto in ambito privato, perché se da un lato le nuove tecnologie diventano sempre più efficienti nell’incrementare la sicurezza, dall’altro bisogna constatare la loro sempre maggiore invasività e le conseguenti minacce alla privacy.
In ambito pubblico per esempio, la tecnologia 5G sta portando dei notevoli miglioramenti anche per quanto riguarda i sistemi di videosorveglianza, perché oltre a consentire il controllo remoto di accessi e aree di interesse, è in grado di supportare anche il trasferimento di una mole di dati superiore e non inerente al solo streaming video.
Come si può leggere in questo interessante articolo, infatti, grazie alle nuove reti 5G gli impianti di videosorveglianza saranno presto in grado di implementare ulteriori funzionalità complesse, come il riconoscimento facciale per esempio, permettendo così di facilitare l’accesso dei dipendenti e del personale di servizio nelle aziende e negli uffici pubblici eliminando la perdita di tempo derivante dal dover controllare i tesserini all’ingresso.
La videosorveglianza privata
L’ambito che ci sta più a cuore, però, è quello della videosorveglianza privata, dove a differenza del pubblico è molto più facile incorrere in infrazioni alle normative che, in alcuni casi, potrebbero invalidare il ruolo probatorio delle registrazioni video, quando non addirittura esporre il proprietario dell’impianto a una denuncia penale. Per essere tranquilli nella propria casa, oppure nella proprietà, non basta installare le telecamere quindi, ma bisogna farlo rispettando determinati parametri.
Il primo di questi è l’implicito consenso a essere ripresi: se non serve alcuna autorizzazione per installare un baby monitor nella stanza del neonato per esempio, per avere la possibilità di controllare quando si sveglia o se piange, il discorso cambia se per questioni di sicurezza si desidera installare le telecamere in tutti gli ambienti domestici, bagni inclusi.
Chi vive da solo non ha problemi di questo genere, quindi è libero di installare le telecamere di sorveglianza ovunque desideri all’interno del suo appartamento, ma chi ha moglie e figli in età scolare è esposto a situazioni più delicate e complesse dal punto di vista della privacy.
In ogni caso il proprietario dell’impianto è tenuto a esporre un cartello con la scritta “area videosorvegliata” alla porta d’ingresso, quindi prima che eventuali visitatori abbiano modo di entrare in casa ed esporsi fisicamente all’occhio della telecamera. Negli ambienti esterni, invece, la presenza delle telecamere deve essere sempre dichiarata esponendo i cartelli ai confini della proprietà, in modo che siano chiaramente visibili alle persone prima ancora che queste entrino nel loro raggio di ripresa.
Telecamere interne ed esterne
Se internamente non esistono particolari restrizioni in merito all’installazione delle telecamere di sorveglianza, fatta eccezione per l’obbligo di esposizione del cartello, negli ambienti esterni e nelle parti comuni invece bisogna rispettare alcune regole riguardo il posizionamento dei dispositivi.
Negli edifici condominiali, per esempio, i singoli inquilini sono liberi di installare telecamere all’esterno delle loro abitazioni se vogliono, a patto però che queste non siano puntate sulle proprietà dei vicini (per esempio i balconi), oppure sulle aree comuni ad accesso pubblico, come il pianerottolo, la tromba delle scale, il cortile e l’androne del palazzo.
Anche nelle ville e nei giardini appartenenti a singole unità immobiliari, è consentito installare telecamere esterne ma queste non devono essere puntate in modo da riprendere il marciapiede, la strada oppure le proprietà confinanti.
Questo tipo di restrizioni valgono sia per gli impianti di videosorveglianza privati sia per quelli installati in ambienti di lavoro e negli enti pubblici, anche se questi ultimi sono soggetti a delle particolari eccezioni.
I tipi di impianto
Un altro aspetto di grande importanza è costituito dal tipo di impianto che si desidera installare; non bisogna scegliere delle telecamere qualsiasi quindi, ma quelle più adatte a seconda del contesto e delle condizioni di utilizzo, ecco alcuni esempi.
Le videocamere motorizzate a cupola, per esempio, sono adatte soprattutto quando le aree da sorvegliare sono ampie, e vanno bene sia per l’uso interno sia esterno. Con una telecamera di questo tipo è possibile spostare l’inquadratura a piacimento ed evitare di installarne più di una.
Per la sorveglianza delle aree esterne è importante scegliere telecamere in grado di resistere alla pioggia, all’umidità e alle condizioni climatiche estreme; anche l’alimentazione è importante e dove non è possibile collegarle alla rete elettrica si può optare sempre per un modello dotato di pannello solare.
Coloro che hanno la necessità di tenere sotto controllo terreni, casolari o infrastrutture destinate a uso agricolo situate in aree rurali dove non sono disponibili reti WiFi, allora devono necessariamente optare per l’acquisto di telecamere di videosorveglianza dotate di scheda SIM, in modo da non aver problemi di connessione.
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