Il blocco dei tir piega l’economia siciliana con danni milionari. E il bilancio non è ancora definitivo. Intanto il movimento si riorganizza e pianifica nuovi blocchi. Raffinerie e Agenzia delle entrate i nuovi obiettivi.
Mentre i Forconi pianificano nuove azioni di contestazione, con la minaccia di occupare raffinerie e Agenzia delle entrate, c’è chi fa i conti dei danni provocati dai dodici giorni di fermo degli autotrasportatori. Ammonta a 70 milioni di euro il ‘prezzo’ dello sciopero dei mezzi pesanti operato dal Movimento Forza d’Urto e Forconi, lo scorso gennaio. A ravvisare l’entità del danno economico, che ha interessato soprattutto il settore agricolo e zootecnico dell’Isola, è stata la Confederazione Italiana Agricoltori della Sicilia che ha richiesto al governo regionale e nazionale un risarcimento milionario. Il comparto maggiormente colpito è quello ortofrutticolo a causa della deperibilità dei prodotti, tonnellate intere sono state gettate perché marcescenti, per non parlare del deprezzamento della merce (dal 30 al 40 per cento rispetto al prezzo originale) quando la filiera ha ricominciato a funzionare, a causa dell’eccesso di offerta. Nello specifico si sono registrati danni per 40 milioni relativamente agli ortaggi, quali pomodori, zucchine, peperoni, melanzane etc.; 15 milioni per arance e limoni, e tre milioni per carciofi. Ingenti anche i numeri del comparto lattiero-caseario, la stima ammonterebbe a circa 5 milioni di euro per il mancato conferimento di oltre 600 mila litri di latte alle industrie di trasformazione, e per la mancata distribuzione dei prodotti caseari freschi.
Si tratta, tra l’altro, di una stima provvisoria, perché non sono ancora state valutate le perdite relative alla rescissione dei contratti forniture con la Distribuzione Organizzata, che ha scelto l’estero per rifornirsi, privilegiando paesi come la Spagna. Dati allarmanti, soprattutto in questo clima di nuove agitazioni che serpeggia in tutta Italia, che insieme a una richiesta di interventi risarcitori, sono stati inoltrati dal presidente regionale della Cia, Carmelo Gurrieri, al dirigente dell’assessorato alle Politiche agroalimentari, Rosaria Barresi. Un’economia già difficile quella siciliana che con il blocco attuato dal Movimento dei Forconi ha subito una brutta battuta d’arresto, mettendo alle strette molte aziende agricole dell’Isola. A denunciare lo stato di cose Carmelo Gurrieri, che ha inoltre aggiunto: «Questa mazzata al reddito degli agricoltori è addirittura più pesante della stessa manovra che il Governo Monti ha imposto al settore agricolo; per questo la CIA siciliana chiede con determinazione al governo regionale e al governo nazionale un intervento risarcitorio nei confronti delle aziende agricole pesantemente danneggiate dal fermo, ma anche la revisione dei contenuti della manovra fiscale per ridurre i costi di produzione a partire da quello energetico e sostenere il rilancio dell’agricoltura che è l’unico vero volano per la ripresa produttiva della regione».
La domanda da porsi dunque è: cosa accadra se dovessero riprendere gli scioperi?
Video della protesta del 25 gennaio scorso:
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