I Confidi Siciliani appartenenti ad Assoconfidi lanciano un appello alla Regione per avere un sostegno pubblico alle loro attività. Lo hanno fatto nel corso del Report 2013 di Assoconfidi su “La garanzia dei Confidi, unico aiuto per le imprese siciliane nell’accesso al credito” che si è svolto oggi alla Camera di Commercio di Palermo.
“Si potrebbero usare i fondi europei per finanziare i confidi siciliani, così come ha già fatto la Puglia”. Ha detto Mario Filippello, presidente di Assoconfidi Sicilia che rappresenta 24 dei 28 consorzi fidi riconosciuti che operano in Sicilia. “In Puglia – sottolinea Filippello – sono stati utilizzati 150 milioni di fondi Ue per sostenere i confidi, basterebbe applicare la stessa soluzione qui in Sicilia. D’altronde la Sicilia ha difficoltà a spendere le risorse comunitarie, si potrebbero trovare in quei 2-3 miliardi non spesi da destinare al credito e in particolare sia per la patrimonializzazione dei confidi che per i fondi rischio. Poi la Regione potrebbe decidere di indirizzare le risorse verso settori strategici. Stesso discorso si potrebbe fare con la programmazione 2014-2020”. Fra l’altro nel corso del Report è emerso che i confidi in Sicilia sono molto attivi: in Sicilia il credito erogato attraverso i confidi ammonta a 2,5 miliardi, mentre in Italia, come ha spiegato Leonardo Nafissi, della segreteria nazionale di Assoconfidi, la “cifra arriva a 14,5 miliardi. Inoltre, la Sicilia ha attivato il 35% delle garanzie del Sud”. Eppure tutto questo è stato realizzato in totale assenza di sostegno pubblico, ma soltanto con i versamenti dei privati: nel 2011 la Regione ha previsto un contributo di 10 milioni di euro per la patrimonializzazione dei confidi, ma le somme non sono state erogate, mentre nel 98% dei casi dei Paesi del G20 i confidi vengono sostenuti dal pubblico. E così anche accade anche in tutte le altre regioni italiane. Questo, oltre ad aggravare lo stato di salute delle imprese, blocca anche i confidi che in Sicilia, come in tutta Italia “non stanno attraversando un buon momento”, ha detto Filippello.
Eppure viene su più fronti riconosciuta l’importanza che le strutture creditizie come i consorzi fidi rivestono in questo momento di crisi in cui le banche erogano crediti alle imprese con molta difficoltà. Secondo il report, infatti, i prestiti del settore produttivo erogati attraverso i confidi registrano un -1,2% nel 2012 rispetto all’anno precedente, con la contrazione che riguarda principalmente le imprese di piccole dimensioni (-2%) “in virtù sia di una contrazione della domanda, sia di un inasprimento delle condizioni di offerta”. Inoltre, solo il 40% delle imprese ottiene l’intero importo del finanziamento richiesto, nel 2011 la percentuale era invece del 50%.
Tra gli intervenuti anche Bruno Marziano, presidente della commissione Attività produttive dell’Ars, che ha annunciato che “a settembre la commissione elaborerà un ddl per accogliere le richieste delle imprese per sostenere il patrimonio dei confidi”. Inoltre, si discuterà anche della possibilità che la Crias, l’istituto regionale di credito agli artigiani, possa garantire il 100% dei prestiti alle imprese e non soltanto il 75% come avviene adesso.
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