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I bambini vogliono la scuola in presenza, tecnologica e laboratoriale

MILANO (ITALPRESS) – I bambini italiani vogliono una scuola in presenza, tecnologica e laboratoriale. È quanto emerge dall’analisi degli elaborati dei 50mila bambini di 3.500 classi di terza, quarta e quinta elementare, che in pieno lockdown hanno partecipato al progetto “Ora di Futuro” promosso da Generali Italia.

Dai bambini, oltre all’innato ottimismo che non è venuto meno nemmeno nel periodo Covid, è emersa la necessità di una maggiore relazione umana, ma anche un minor tasso di creatività e di innovazione, a causa probabilmente dell’assenza del “gruppo classe” e della presenza fisica dell’insegnante. Da molti elaborati emerge il desiderio e la consapevolezza di quanto importante sia stare insieme e di una scuola in presenza, anche se il 45% ha detto di aver lavorato insieme anche durante il lockdown. I bambini vorrebbero una scuola laboratoriale, con tanti spazi per fare sport e attività all’aperto e tanta tecnologia.

Il 70% dei bambini esprime il proprio impegno nella difesa dell’ambiente, ma è in crescita (35%) il tema della salute, sotto forma di attenzione all’alimentazione sana, riconoscimento dell’importante ruolo dei medici e per il timore di ammalarsi (temi, questi ultimi, molto legati all’emergenza Coronavirus).

Il 36% dei bambini del campione, infine, esprime il proprio desiderio di fuga. Ci sono poi le 1.300 famiglie fragili con bambini fino ai sei anni dei 16 Centri Ora di futuro italiani, le quali, chiedono supporto e confronto per superare il senso di solitudine e isolamento provocato dai mesi di chiusura.
“Bisogna riconoscere il coraggio, l’intelligenza e l’entusiasmo con cui i bambini hanno affrontato questi mesi così difficili. So bene quanto sia stato faticoso rinunciare alle vostre aule, ai banchi, al contatto quotidiano con gli amici e gli insegnanti”, ha detto il presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, in un videomessaggio nel corso della presentazione della seconda edizione dell’Osservatorio “Ora di Futuro”.
“Certo, la didattica a distanza e le piattaforme informatiche vi hanno consentito di non interrompere il vostro percorso educativo, ma sappiamo bene che la scuola non è apprendimento attraverso un computer. Andare a scuola significa stare insieme. Significa crescere insieme attraverso il dialogo, il confronto, lo studio e il gioco”, ha aggiunto. “Il concetto di responsabilità mette insieme quello che in questo periodo difficile stanno vivendo i bambini, ma anche lo stile che dovremmo adottare noi adulti e una parte del Dna di un gruppo come Generali. Agire in modo sostenibile è il cuore di ciò che dobbiamo fare per avere una società che riesca a esprimere il meglio. E questo passa anche attraverso una relazione di persona. Viviamo in un momento difficile da questo punto di vista, ma non possiamo sminuire il potenziale della relazione tra persone”, ha aggiunto Marco Sesana, Ceo di Generali Italia.

“E’ una parte della nostra vita che dobbiamo tornare a cavalcare il più presto possibile. La tecnologia è molto importante, ma è la nostra testa che può alimentare il cambiamento e non c’è niente di più tecnologico della nostra immaginazione. Non bisogna mai smettere di progettare il nostro futuro a colori. È un progetto a cui teniamo molto, ci impegna e ci affascina. Spero – ha concluso Sesana – che da tutto quello che abbiamo sentito dai bambini anche noi adulti possiamo imparare la visione e l’innato ottimismo dei bambini”. Il progetto Ora di Futuro ha coinvolto in due anni 80.000 mila bambini e quest’anno durante l’emergenza Covid-19 ha ridisegnato le attività per supportare insegnanti e famiglie nella didattica a distanza e le Onlus nelle attività in digitale per essere vicini alle famiglie. Al via ora il terzo anno di “Ora di Futuro”, con l’apertura di 7 nuovi centri in tutta Italia con le Onlus L’Albero della Vita, Mission Bambini e Csb.

Redazione

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