I 50 anni dell’ANCI Sicilia, 374 i comuni soci, 14 i presidenti che si sono succeduti
L’ANCI Sicilia ha celebrato questa mattina , al San Paolo Palace di Palermo, 50 anni di impegno : fondata nel 1973, da mezzo secolo rappresenta e supporta gli enti locali dell’Isola nell’attività amministrativa.
Quattordici i presidenti che si sono succeduti in questi anni, 3 i segretari generali, 374 i comuni soci.
Dopo i saluti del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, che ha ringraziato l’ANCi Sicilia per essere riuscita in questi anni a “Sintetizzare le singole posizioni individuando profili unitari di condotte e proposte, lasciando da parte le faziosità politiche e facendo delle singole forze esistenti sul territorio un pensiero comune”, è intervenuto il presidente della Regione, Renato Schifani, che ha evidenziato “l’importanza di un confronto continuo tra le amministrazioni locali e il Governo regionale” e la necessità di “fare squadra e rafforzare la collaborazione”. Ha anche sottolineato come i sindaci rappresentino “la prima linea delle istituzioni e vadano ringraziati per i sacrifici che fanno ogni giorno”.
Se da un lato il Vice prefetto di Palermo, Anna Aurora Colosimo, ha evidenziato come i comuni siano “I baluardi della democrazia e il cuore del “Sistema Paese”, dall’altro Nuccio Di Paola, vice presidente vicario dell’ARS , ha precisato che “I sindaci rappresentano le nostre sentinelle sui territori , grazie a loro riusciamo a comprendere quali azioni bisogna mettere in atto per far funzionare al meglio le amministrazioni”.
Dopo il saluto di Salvatore Pilato, presidente della sezione di Controllo della Corte dei Conti Sicilia, è stata data lettura del messaggio inviato dal vice presidente della Camera, Giorgio Mule, che ha sottolineato “il prezioso aiuto che l’ANCI Sicilia offre ogni giorno ai comuni”.
Subito dopo il segretario generale dell’Associazione dei comuni siciliani, Mario Emanuele Alvano, ha spiegato che “Oggi abbiamo l’opportunità di riflettere sul percorso fatto e su quello che c’è ancora da fare. Bisogna avere consapevolezza di come sono cambiate le cose e come ancora devono cambiare ma è senza ombra di dubbio necessario rendere più stabile l’ente e mettere i comuni nelle condizioni di attuare le riforme. Ribadisco che è assolutamente indispensabile arrivare ad una intesa che veda confluire allo stesso tavolo Stato, Regione ed Enti locali, tenendo sempre presente che al centro dell’azione dell’ANCI ci sarà sempre e comunque la logica unica del comune. Nutro ancora la speranza che, prima o poi, si arrivi alla nascita del Consiglio delle autonomie locali: ciò servirebbe a ricordare che quando si scrivono le norme è assolutamente necessario ascoltare la voce dei comuni per fare scelte più azzeccate”.
“Uno degli obiettivi dell’Associazione – ha poi concluso il segretario generale – è quello di dare a tutti i comuni le stesse opportunità, fornendo informazione e formazione agli amministratori, alle strutture e ai dipendenti. Noi ci siamo e ci saremo sempre per dare pareri ma soprattutto per avviare un confronto con le istituzioni su varie problematiche e per sostenere le battaglie che negli anni abbiamo portato avanti. Stiamo organizzando l’Associazione in modo da renderla il più efficiente possibile dal punto di vista tecnico e dei contenuti. Abbiamo creato sei commissioni, equiparate a quelle esistenti all’ARS, per avviare un dialogo costruttivo e permanente che vede protagonisti sindaci ed esperti con l’obiettivo di capire, una volta per tutte, come sia possibile intervenire per sostenere gli Enti locali rafforzandone le capacità”.
“L’ANCI Sicilia ha una storia che inizia 50 anni fa, una storia di sostegno agli amministratori locali, un impegno che c’era nel passato, c’è nel presente e ci sarà nel futuro. Quello di oggi non è solo un traguardo ma un nuovo punto di partenza, per essere sempre al fianco degli enti locali– ha spiegato il presidente Paolo Amenta – Dobbiamo fronteggiare le sfide del futuro e sono sicuro che potremo vincerle assieme garantendo un’ottima qualità della vita alle nostre comunità e alle generazioni future. Continueremo, quindi, a supportare i sindaci in tutti gli ambiti, dal PNRR alla gestione delle emergenze, dalla carenza di personale alla digitalizzazione, dallo spopolamento dei territori interni alla transizione ecologica fino ad arrivare al rischio idrogeologico. C’è in atto un grande cambiamento nel sistema degli Enti locali che obbliga gli amministratori a sviluppare funzioni fondamentali e produrre servizi essenziali. Tutto è cambiato con la legge 49/2009, ovvero con l’avvento del Federalismo fiscale cui si collega il federalismo municipale che, da 14 anni, aspetta di essere definito. Questa grande riforma sta comunque per arrivare al traguardo e impone di rivedere l’intero sistema alla luce delle recenti normative che, una volta applicate, definiranno un nuovo corso dei comuni dell’Isola”.
“Partendo dall’applicazione della riforma economico-finanziaria – aggiunge Amenta – si evidenzia come lo stato di salute dei comuni siciliani sia assolutamente precario. Questa riforma, infatti, ha molte ombre in considerazione del fatto che se da un lato ci ha costretti ad armonizzare i bilanci prevedendo spese solo dopo aver incassato, dall’altro non riusciamo a calcolare i fabbisogni standard e ad arrivare, attraverso obiettivi di servizio, ai famosi Livelli essenziali delle prestazioni. Bisogna, altresì, precisare che i comuni finanziano le funzioni e i servizi attraverso l’addizionale IRPEF che si preleva dalle buste paga. Ma questo è un cane che si morde la coda poiché le buste paga esistono se c’è occupazione, in assenza di ciò diventa molto difficile garantire uno sviluppo adeguato e uniforme per i territori. Se prima si poteva attingere ai residui attivi che evitavano di fermare la macchina della produzione adesso non è più consentito. Inutile dire che questo costringe i sindaci a non poter dare risposte adeguate e immediate alle esigenze dei cittadini, mancano risorse certe e molte amministrazioni adesso sono in dissesto e pre-dissesto. Per questi motivi, da anni, sollecitiamo la creazione di un tavolo tecnico tra Governo nazionale, regionale ed enti locali per provare a trovare soluzioni congiunte. Abbiamo avviato un rapporto proficuo con il presidente Schifani e con l’assessore all’Economia, Marco Falcone, e siamo riusciti ad avviare un confronto sulle competenze dei comuni con l’obiettivo di garantire le necessarie coperture finanziarie attraverso il Fondo delle Autonomie che noi vorremmo trasformare in Fondo di perequazione”.
Il punto su alcuni temi legati allo sviluppo e all’attuale situazione dei comuni siciliani è stato fatto durante due tavole rotonde dal titolo “Un futuro in Comune: gli enti locali e la sfida dello sviluppo” e “Comuni e comunità: le città come reti sociali” moderate dal giornalista Claudio Reale.
Al primo confronto sono intervenuti: Alfio Mannino, segretario generale CGIL Sicilia, Tommaso Castronovo, presidente Legambiente Sicilia, Roberto Sannasardo, Energy Manager Regione Siciliana, e Gaetano Mancini, presidente di Confcooperative Sicilia.
Alla seconda tavola rotonda hanno preso parte: Andrea Messina, Assessore regionale Autonomie locali, Filippo Parrino, presidente Legacoop Sicilia, Giuseppe Pietro, direttore generale Ufficio Scolastico regionale per la Sicilia, Carmela Tata, Garante regionale della persona con disabilità, Roberto Albergoni, presidente Fondazione MeNo, Pieremilio Vasta, coordinatore Rete Civica della Salute.