Sfatiamo una convinzione comune: la scuola non è obbligatoria, ma è l’istruzione ad esserlo. Lo sanno bene quelle famiglie che in Italia hanno scelto per i loro figli l’educazione parentale, e che lo scorso primo ottobre hanno deciso di dar vita a LAIF, l’Associazione Istruzione Famigliare. LAIF è un’associazione di promozione sociale, apartitica e aconfessionale, che ha sede ad Albino, nel bergamasco, ed è presieduta dal dott. Andrea Milesi.
Quello della scuola famigliare o homeschooling è un fenomeno molto diffuso all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, che sta prendendo sempre più piede anche nel nostro paese. Secondo quanto previsto dalla nostra Costituzione (art. 30, 33, 34), i genitori hanno il diritto, previa comunicazione scritta alla scuola di riferimento, di farsi carico in prima persona dell’istruzione dei propri figli. Annualmente decideranno se continuare tale percorso o rientrare nel circuito scolastico.
Chi sceglie di occuparsi in prima persona dell’educazione dei propri figli, lo fa principalmente per offrire loro la possibilità di un apprendimento libero dagli schemi imposti dall’istituzione scolastica, seguendo i tempi di apprendimento, la curiosità, gli interessi del singolo, spesso favorendo un approccio multidisciplinare.
I diversi supporti multimediali a disposizione della stragrande maggioranza delle famiglie e la possibilità di reperire online tante informazioni verificate, rispetto ad un decennio fa, ha reso ancora più stimolante l’esperienza di crescita e dei genitori e dei bambini, che possono scegliere il “loro” percorso didattico per acquisire le nozioni e le competenze richieste.
Accade anche che i genitori si rivolgano ad insegnanti privati, o che decidano di svolgere delle attività insieme ad altre famiglie. Ciò favorisce la socialità e lo scambio tra bambini di diverse età, e in alcuni casi di diverse culture. Liberi dagli calendario scolastico, dalla campanella che suona ad ogni ora, le famiglie che praticano l’istruzione famigliare sono spesso in viaggio per raggiungere altri homeschoolers, vedere dal vivo i posti descritti dai manuali scolastici, imparare nuove lingue.
Ci si può chiedere allora come si possa conciliare la necessità, per i genitori, di lavorare, con l’impegno dell’istruzione dei propri figli. Nella stragrande maggioranza dei casi, uno dei due genitori svolge una libera professione. Possibilità, dunque, di gestire il proprio tempo in maniera autonoma. Va detto anche che per molte famiglie scegliere l’istruzione parentale ha determinato un cambio dello stile di vita.
Se si legge sempre più spesso di professionisti, manager, donne in carriera, che ad un certo punto mollano tutto per una vita lontana da un lavoro stressante, che lascia poco spazio alla sfera personale, allo stesso modo molti genitori scelgono di cambiare lavoro, o di crearsene uno ad hoc, con orari flessibili, che permetta di passare più tempo in famiglia.
“La costituzione dell’associazione – si legge nella nota stampa diffusa da LAIF – scaturisce, in primis, dalla necessità di rappresentare in forma organizzata e democraticamente strutturata la realtà delle famiglie in apprendimento.
L’apprendimento familiare, vivendo sulla specificità di ogni esperienza che va dall’approccio di home-school (scuola a casa) allo sviluppo autodeterminato (un-school), muovendosi in un ambito normativo non completamente definito, necessita di un collocamento istituzionale che ne salvaguardi i presupposti: responsabilità genitoriale, responsabilità civica, riconoscimento delle specificità individuali, peculiarità dei percorsi formativi sia umani che civici e culturali”.
Un supporto, dunque, per chi ha intrapreso questo percorso, ma anche la volontà di porsi come soggetto che si apre al dialogo costruttivo con le istituzioni che ai vari livelli intervengono sui temi dell’istruzione e della famiglia.
Per saperne di più: www.laifitalia.it
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