Dal film di Ferzan Ozpetek a Palermo, Hammam, il bagno turco celebra 20 anni
Non chiamatela spa, l’Hammam è un’idea. È storia, è tradizione, è filosofia. È un’invenzione che racchiude in sé il meglio di due popoli e le loro differenze. Dalla mondanità delle terme romane ad un luogo di depurazione e meditazione. Anche Palermo ha il suo angolo di Oriente, un luogo fedele all’originale, che si appresta a compiere ben vent’anni di vita e di storie da raccontare. Sabato 25 novembre, dalle ore 17.00, Hammam, il bagno turco di via Torrearsa, 17/d, si appresta a spegnere venti candeline con la sua fondatrice Rina Falsone, il martito Rafael Puron e la figlia, Laura Spiteri, che da qualche anno ne ha raccolto le redini. Danze del ventre e orientali, egiziana, algerina e marocchina, di Alessia Di Cara e Eva Nausicaa, accoglieranno gli ospiti, insieme a musica araba live di Yannick Tiolo alla darbuka e Alessandro Venza al bouzouki.
Hammam, il bagno turco, vent’anni di vita e di storie da raccontare
La prima storia che c’è dietro l’Hammam di via Torrearsa a Palermo, è proprio quella della sua fondatrice Rina Falsone che, in un periodo di catarsi della propria vita, dopo aver dedicato 15 anni alla moda, era in cerca di stimoli nuovi, con la voglia di tracciare un nuovo percorso. Galeotto fu il film di Ferzan Özpetek, “Il bagno turco – Hamam”, visto al cinema con un’amica. Lì, suonò la classica campanella e le si aprì un mondo nuovo da conoscere ed esplorare. Iniziò a studiare ma soprattutto a viaggiare per visitare gli hammam originali del mondo arabo e le reinterpretazioni alla occidentale.
Raccolte le idee, diede inizio ai lavori che furono seguiti dall’architetto fiorentino Andrè Benaim che, ascoltando gli appunti di viaggio e i desideri di Rina, trasformò un seminterrato di 500 mq nel salotto di Palermo, nell’hammam più longevo di Sicilia, capace già anche soltanto scendendo la sua profonda scala, di trasportare in un mondo diverso, fatto di scrosci d’acqua, di musica araba in sottofondo e di profumo di incenso, importato realmente dall’India. La possibilità di ritagliarsi un paio d’ore, lontani dal caos e dalla civiltà, lavandosi lentamente per lavare via lo stress, in un ambiente che invita a raccogliersi. Da allora Hammam, il bagno turco è un luogo di storie, di ricerca di sé, di amici che scelgono di trascorrere insieme una ricorrenza, un compleanno, un addio al celibato o al nubilato, un momento speciale.
Il centro Hammam, il bagno turco e i suoi servizi
L’anima dell’Hammam, di via Torrearsa, 17/d a Palermo, è proprio il bagno turco, diviso secondo tradizione in calidarium e tepidarium. Il calidarium è sovrastato da una cupola di mattoni rossi e piccoli faretti che ricordano un cielo stellato. Alla base c’è una panca circolare dove ci si può sedere e sudare con 40/45 gradi di temperatura. Si alterna al tepidarium dove i gradi sono 30/35 e non c’è vapore. Una contaminazione all’occidentale, è la vasca idromassaggio nel tepidarium, dove ci si immerge alla fine del percorso che ricorda un po’ il frigidarium che era tipico delle terme romane.
Hammam, il bagno turco: purificazione e relax
Tra le attività previste all’Hammam, il bagno turco di Palermo, c’è il gommage, che si fa dal collo ai piedi dopo il bagno di vapore, con il sapone nero marocchino, per rimuovere tutte le impurità che la pelle ha emesso con la sudorazione. Si possono fare all’interno anche maschere viso e corpo con i fanghi del Mar Morto, l’argilla marocchina e lo scrub con i sali e l’acqua madre del Mar Morto. Oltre alla purificazione del corpo e dello spirito, c’è una sala relax dove ci si riposa dopo il percorso. Ci si sdraia sulle panche, ascoltando musica, tra libri, tè, tisane, infusi e dolcetti alle mandorle. Sono ben otto, infine, le sale massaggi, con una ventina di tipologie dai rilassanti, per chi ama una mano più delicata, ai tonificanti, energici e decontratturanti, e gli orientali che sono i più particolari.