Habemus Papam, argentino Jorge Mario Bergoglio e’ il nuovo Papa

di redazione

Le campane della Basilica di San Pietro suonano a festa: il nuovo Papa e’ stato eletto. E’ l’argentino Jorge Mario

di redazione

Le campane della Basilica di San Pietro suonano a festa: il nuovo Papa e’ stato eletto. Il rintocco delle campane e’ accompagnato dal fumo bianco che continua ad uscire dal comignolo sul tetto della Cappella Sistina e dalle urla di gioia della folla in piazza.

Il nuovo Papa c’e’, la Chiesa universale cattolica ha il suo nuovo Pastore. E’ stato eletto al quarto turno di votazione dai 115 cardinali riuniti nella Cappella Sistina. E’ il 265esimo successore di Pietro e subentra a Benedetto XVI che ha rinunciato al Pontificato il 28 febbraio. La fumata bianca dal comignolo e’ arrivata alle 19,06. Alle 20,15 il cardinale Jean-Louis Tauran si è affacciato dalla Loggia della Basilica di San Pietro, pronunciando il nome del cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, 76 anni diventato Papa. Pochi attimi, dopo il nuovo Pontefice si è offerto da quella stessa Loggia agli occhi dei fedeli in piazza e al mondo intero: “Fratelli e sorelle, buonasera. Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma, sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui…”. Vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito Benedetto XVI”. Cosi’ il nuovo Pontefice, Francesco, alla folla in piazza San Pietro, ricordando il suo predecessore Joseph Ratzinger. E’ seguito un lungo applauso dalla folla. “Preghiamo tutti insieme per lui – ha aggiunto il Papa – perche’ il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca“. Quindi ha avviato il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria. Una implorazione, quasi un gesto di ‘sottomissione’ al popolo di Dio: “Adesso vorrei dare la benedizione ma prima vi chiedo un favore: prima che il Vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore e chiedete la benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me“. Il nuovo Papa, Francesco I, ha fatto subito questo gesto importante alla sua prima apparizione al mondo dalla Loggia della Basilica di San Pietro. Ha chiesto la preghiera degli altri, riconoscendo ad essa una valenza straordinaria, prima di essere lui a pregare per gli altri.

“Ripongo tutta la mia fiducia e speranza in un uomo che ha chiesto la benedizione del popolo”: questo il commento dell’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, dopo le prime parole del nuovo Papa Francesco I. 

“Mi sono piaciute moltissimo le Sue parole. Ritengo abbia consegnato un messaggio chiaro al mondo: ha sottolineato in maniera evidente il suo ruolo di Vescovo di Roma. La Chiesa di Roma presiede nella carita’. Ed ha voluto accanto a se’ il suo vicario. E’ un messaggio di comunione. Sono convinto che lo Spirito Santo guida le scelte in questo senso e ci consegna il Papa che in questo momento storico era necessario alla nostra Chiesa ed a questo tempo. Le sue parole sono state chiare”. “E poi anche il nome che ha scelto, Francesco, dice molto: semplicita’ e poverta’”, ha proseguoto l’arcivescovo di Siracisa. “Ed ho notato – ha aggiunto – anche la croce che aveva al petto. E’ un uomo che si presenta nella verita’, io sono entusiasta. Ha pregato ed ha parlato di evangelizzazione. E’ un nuovo modo di gestire l’Ufficio di successore di Pietro. Sono contento anche per l’Argentina. Domani ci ha detto andra’ a pregare la Madonna, forse lo fara’ a Santa Maria Maggiore. Ed anche noi da Siracusa lo accompagniamo nella preghiera”.

“Papa Francesco non si presenta da papa come un super-vescovo ma come vescovo di Roma: un vescovo come tutti gli altri ma che conferma e presiede tutti gli altri vescovi del mondo nella carita’. Un’altra sorpresa e’ il nome: Francesco. Questa scelta e’ una bomba! Vuol dire che il Papa vuole impostare il suo ministero dando il primato ai poveri, non solo a coloro che sono poveri economicamente, ma ai poveri di spirito, ai poveri di dignita’ perche’ la riacquistino. E’ un ritorno all’essenzialita’ del Vangelo che e’ il Vangelo dei poveri”. Lo afferma l’amministratore apostolico della diocesi di Trapani, monsignor Alessandro Plotti.