“Il gusto si racconta” alle Cantine Nicosia con i piatti stellati di Tony Lo Coco

Per il secondo appuntamento de “Il  gusto si racconta”, i vini delle Tenute Nicosia hanno incontrato ieri la cucina dello chef stellato, Tony Lo Coco, patron del ristorante I Pupi di Bagheria. Una serata esclusiva, in un’atmosfera magica ai piedi dell’Etna, inebriata da buon cino, bollicine, ma anche vini più strutturati, tipici del territorio.

A condurre l’evento, nella splendida location delle Cantine Nicosia, a Trecastagni dal 1898, il giornalista enogastronomico Nino Aiello, storica firma delle guide dell’Espresso e del Gambero Rosso, che portata dopo portata, ci ha accompagnato nella cucina di Tony Lo Coco. Una cucina che “sembra ma non è…”, che si è sposata in maniera perfetta con i vini delle Tenute Nicosia, presentati dall’enologa Maria Carella: il Sosta Tre Santi, spumante realizzato con metodo classico, il Vulkà Etna Bianco, il Vulkà Etna Rosso, il Monte Gorna, premeur del 2016 e il Nicosia Malvasia liquoroso IGT.

Dallo “Scampo d’inverno” al “Gambero nella sua matassa”, tutto parla del territorio siciliano. Una cucina che il giornalista Aiello ha definito “gioiosa e giocosa”, in cui gli ingredienti, molti dei quali presidio slow food, si mescolano armonicamente in diverse consistenze, per dare vita a piatti tutt’altro che scontati. Il “sembra ma non è” è infatti il filo conduttore di uno street food tipico palermitano, in cui domina la tradizione ma con “tradimento”. Ritroviamo così quella che sembra la famosa stigghiola palermitana, ma non lo è, in quanto è preparata non con le interiora di agnello, ma con la seppia, avvolta non da lardo ma da tonno. Così come il “Pane e panelle”, dove in realtà il pane è tonno, e la panella altro non è che baccalà in tempura di ceci.

Per non parlare della triglia che è “ammucciata”: una triglia di scoglio, adagiata su una salsa preparata con capperi e acciughe, nascosta da patate, che hanno un taglio tale da ricordare le squame del pesce.

Dopo il successo ottenuto a Identità Golose, lo chef palermitano ha proposto per la prima volta gli “Anelletti al forno”, piatto tipicamente palermitano, in cui il “sembra ma non è” viene giocato sul ragù, che non è di carne, ma di pesce. Dulcis in fundo la “Cassata 4.0”, una deliziosa mousse di ricotta di pecora, su un pan di spagna bagnato di caffè.