Caso di violenza nella Guardia Medica di Messina, interviene la FIMMG
La scorsa notte in uno dei tre Presidi di Guardia medica di Messina, quello allocato presso la “Cittadella della salute” – ex Ospedale Mandalari che serve la zona Nord della città, un paziente è andato in escandescenza, provocando danni ad arredi e suppellettili. Il medico di turno è rimasto traumatizzato psicologicamente.
Questo non è il primo caso di violenza a scapito dei medici che operano nei Presidi di Guardia Medica.
Era già successo circa un mese fa nella notte fra il 6 ed il 7 gennaio scorso a Mirto – Frazzanò. Allora uno dei dottori fu spinto giù dalle scale. Il paziente è stato denunciato sia dal medico per l’aggressione subita che dall’ ASP di Messina per danneggiamento dei locali. Sulla faccenda è intervenuta la FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale).
Guardia medica Messina, episodi di violenza all’ordine del giorno
“Episodi simili sono ormai al ordine del giorno in tutte le strutture sanitarie, dal ospedale alla guardia medica, i professionisti rischiano aggressioni da parte di pazienti o parenti ed in guardia medica il problema è anche più accentuato ed aggravato dall ’estrema solitudine in cui è costretto ad operare il medico. I sanitari sono ormai in preda ad uno stato di rassegnazione ritenendo le aggressioni, verbali o fisiche, come un fatto inevitabile e abituale“.
La Federazione chiede atti concreti
Quello che chiede concretamente la Federazione è la messa in sicurezza di tutti i Presidi di guardia medica, ma soprattutto il riconoscimento dello status di “pubblico ufficiale nel esercizio delle funzioni’’ per i medici che operano nelle Guardie Mediche.
Con il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale la denuncia, in caso di aggressione, diventerebbe automatica e si avrebbe così la certezza della pena per l’aggressore ma, soprattutto, si avrebbe, finalmente, il riconoscimento da parte dello Stato del ruolo del medico che nel momento dell’esercizio delle sue funzioni è a garanzia della popolazione.
Conclude Stefano Lombardi nella nota sulla necessità di modificare l’attuale modello organizzativo della Guardia Medica perché troppo obsoleto rispetto ai tempi e alle nuove esigenze di salute, mettendo a rischio la sicurezza personale dell’unico medico che vi opera.