Guardare oltre il vino. È la strategia che, in questa fase, muove Providi, l’associazione di produttori vini e distillati di Sicilia, che raggruppa 84 aziende dell’Isola.
Perché se è vero che le cantine iscritte all’associazione producono oltre un terzo dell’uva da vinificare in Sicilia, c’è anche la voglia di addentrarsi nell’universo delle altre eccellenze del gusto. Providi è nota per aver raggruppato le cantine e fare sistema nel campo della promozione. E i risultati non mancano: dal Vinitaly alle iniziative effettuate con i fondi dell’Ocm vino per i Paesi Terzi. Ora la voglia di andare oltre.
“Vorremmo creare una struttura promozionale – affermano Leonardo Agueci (nella foto) e Antonino Li Volsi, rispettivamente presidente e direttore di Providi – che offra oltre al vino, il meglio della pasticceria e dell’industria conserviera siciliana, insomma aprirci al mondo dell’alimentare per creare una filiera allargata”. Un progetto che prevede anche l’apertura di uffici di rappresentanza che fungerebbero da basi nei Paesi nei quali andare a promuovere e vendere il “pacchetto” gastronomico d’eccellenza. Un po’ collegandosi a quanto vuol portare avanti l’assessore siciliano Dario Cartabellotta con il progetto Born in Sicily.
In Providi c’è anche la volontà di uscire dallo schema tradizionale delle iniziative di promozione istituzionali. “Vorremmo approntare – continua Agueci – eventi e manifestazioni un po’ diverse dal tradizionale, per esempio ci piacerebbe portare esperti ed appassionati del mondo del vino in Sicilia non solo per assaggiare i prodotti in un unico momento, ma in periodi diversi per vedere come nasce e si evolve un vino o qualcos’altro”.
Il discorso poi si sposta sul vino. Come sta il brand Sicilia? Agueci vede delle criticità nell’attuale panorama enologico. “O si danno delle regole più strette alla Doc Sicilia – fa notare – o si rischia di danneggiare l’immagine del vino. Inoltre credo che bisogna lavorare ancora sul versante della qualità. Penso agli aromi primari e secondari su cui siamo bravi. Meno sui terziari, che sono quelli che danno complessità e profondità a un vino e che fanno la grandezza di un territorio vitivinicolo. Poi serve un’opera di riqualificazione sui prodotti base altrimenti perdiamo posizioni. Pensiamo al Nero d’Avola e alle sue opportunità sprecate”. Eppure per Agueci ci sono anche delle vie d’uscita. E quindi punti di forza. “Il brand Sicilia ha ancora una capacità di richiamo che altre regioni non hanno e tante opportunità da sfruttare. Si pensi per un attimo all’Etna, che è diventato patrimonio dell’Umanità, e che ha vini unici per aromi, ma che possono diventare ancora più grandi”.
Providi lavora anche a una campagna sull’educazione al consumo, il progetto “Vino, giovani e salute” che coinvolge studenti di scuola superiore.
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