Grassadonia: “Salviamo le attiviste lgbtqia+ condannate a morte in Iran”
“Diffondere la corruzione sulla terra”. Con questa incredibile accusa Zahra Sedighi Hamedani, 31 anni, ed Elham Choubdar, 24 anni, sono state condannate a morte dal tribunale di Urmia, in Iran”. Lo dichiara Marilena Grassadonia, responsabile Diritti della segreteria di Sinistra Italiana e candidata alla Camera per Alleanza Verdi e Sinistra a Roma e Capolista a Palermo, Messina e Enna.
“Zahra Sedighi Hamedani ed Elham Choubdar sono due attiviste per i diritti delle persone LGBTQIA+ e questa è la reale ragione per cui rischiano la vita – prosegue Grassadonia -. La denuncia di Amnesty International e l’appello che l’associazione lancia non possono lasciarci indifferenti”.
“L’Iran è un paese teocratico e fortemente omolesbobitransfobico – spiega -. Le persone LGBTQIA+ rischiano la vita tutti i giorni per il solo fatto di essere se stesse. Una violenza inaudita che affonda le sue radici nel fondamentalismo religioso. Questo ci deve fare riflettere tutte e tutti sull’uso discriminatorio e barbaro che si può fare di una fede. Su quanto sia pericoloso fare appello alla religione per definire la propria identità e usarla come clava per colpire le altre persone”.
“Mi associo all’appello di Amensty e chiedo a tutte e tutti di firmarlo per fare pressione sul governo iraniano affinché rilasci le due ragazze e faccia decadere le accuse – conclude Grassadonia -. La propria identità e la difesa dei diritti umani non possono essere un motivo per subire una condanna ed essere perseguitate. In nessuna parte del mondo”.