Palermo – “La Sicilia è la regione con la maggiore biodiversità del Paese ma delle oltre 50 varietà di grano, nonché leguminose siciliane, c’è il serio rischio che pochissime vengano riconosciute e tutelate perché la maggior parte delle domande per il riconoscimento sono ancora bloccate alla Regione Siciliana e perché il Ministero dell’Agricoltura latita a Bruxelles. Morale rischiamo un vero e proprio scippo”.
A lanciare l’allarme è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Valentina Palmeri che ha predisposto una interrogazione urgente al presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta ed all’Assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici ed una serie di richieste di accesso agli atti alla ‘Commissione di Valutazione delle richiesta di iscrizione al Registro Nazionale delle varietà da conservazione delle specie agrarie e delle specie ortive’, istituita presso l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana.
“Ancora una volta per colpa della cattiva politica – spiega Valentina Palmeri – la Sicilia rischia di perdere l’ennesima occasione per tutelare i propri prodotti, la propria agricoltura e la salute dei suoi concittadini. C’è una Commissione che dovrebbe tutelare i nostri grani antichi che, allo stato attuale, rischiano di divenire proprietà di multinazionali estere e sfuggire dalle mani degli agricoltori siciliani”.
“In Europa, grazie alla totale assenza del Ministero dell’Agricoltura, non vengono riconosciuti i grani antichi perché la Commissione Europea ha messo degli standard sui semi che non sono compatibili con i semi antichi. Così, a causa del principio della tracciabilità, i semi devono essere per forza acquistati da qualcuno e non è più possibile seminare il seme della pianta come si è fatto per millenni. Ci chiediamo quindi quale sia il ruolo istituzionale e di Governo del Sottosegretario Giuseppe Castiglione che sta letteralmente infischiandosene di dare le giuste tutele all’agricoltura del Mezzogiorno, nonché della eurodeputata Michela Giuffrida che aldilà di convegni e congressi, non fa pressione sul suo partito, il PD che per intenderci è quello del via libera all’olio tunisino in Europa senza dazi”.
Ma le responsabilità, per la deputata Palmeri, potrebbero essere massicce anche a livello regionale: “Occorre fare chiarezza sulla mancata tutela dei nostri prodotti locali e/o autoctoni, e, in questo caso, soprattutto dei grani siciliani – aggiunge Palmeri – per queste ragioni, vogliamo sapere dalla Regione Siciliana quante istanze siano state ricevute dalla Commissione e quanti pareri positivi siano stati emessi e quali siano le azioni, anche normative, previste dall’assessorato per tutelare le varietà da conservazione delle specie agrarie e delle specie ortive in Sicilia. Il M5S ambisce al governo della Sicilia – conclude la deputata – anche per tutelare e valorizzare la nostra terra, la sua biodiversità e, quindi, i suoi prodotti”.
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