Governo ritira nomine degli Enti Parco, i dubbi e le reazioni

Governo ritira nomine degli Enti Parco. Il governo fa marcia indietro ritira le nomine dei quattro nuovi presidenti dei parchi regionali dopo il duro scontro con le opposizioni in particolare con Claudio Fava deputato del Gruppo Misto e componente della commissione.

Lo stesso Fava alla notizia del ritiro delle nomine l’ha definita una “retromarcia scontata”: “Con una comunicazione asettica dopo mesi di attese, il Presidente Musumeci ha comunicato oggi il ritiro delle proposte per le Presidenze degli Enti parco della Sicilia. Una retromarcia scontata viste le perplessità e i dubbi che avevamo fatto emergere sulle indicazioni della Giunta regionale. Adesso il Governo dia una guida adeguata a questi Enti, ascoltando i territori e le amministrazioni locali senza utilizzare la macchina regionale, come fatto fino ad ora, unicamente come centro di collocamento per il proprio personale politico.”

Governo ritira nomine degli Enti Parco, i dubbi dei componenti della I commissione del Movimento 5 Stelle

Perplessità anche dal gruppo dei deputati 5 Stelle: “Temiamo che questa marcia indietro nasconda altre manovre che consentano al governo Musumeci di sfuggire ai minimi criteri di trasparenza e collegialità che sono prerogative del Parlamento Siciliano, organo che rappresenta i cittadini di questa regione. Non vorremmo che si tratti di un escamotage per fare uscire i nomi dal portone e farli rientrare dalla finestra”.  A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Gianina Ciancio.

“Il ritiro delle nomine – spiegano i componenti della I commissione Ciancio, Pagana, Mangiacavallo e Siragusa – se da un lato rappresenta una vittoria per l’opposizione, non ci lascia sereni, sia perché questi Enti hanno comunque urgente bisogno di una governance stabile, sia perché è alto il rischio che gli stessi nomi vengano riproposti  come commissari.

Se così fosse saremmo di fronte ad un atto di forza senza precedenti, oltre che ad uno sgarbo istituzionale e uno schiaffo alla commissione competente, che stamattina aveva i numeri per bocciare qualche nomina. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un’ulteriore gestione commissariale, che dura ormai da anni. La politica si prenda la responsabilità di nominare soggetti competenti, lontani dalle logiche politiche e partitiche, che abbiano visione e quindi la capacità manageriale di riprendere in mano le redini di questi enti, abbandonati a loro stessi”  – concludono i deputati M5S.

I dubbi del Governo sui pareri della I Commissione all’Ars

“La prima Commissione parlamentare dell’Ars può esprimere valutazioni di ordine politico sulle nomine proposte dal governo per gli Enti sottoposti a vigilanza?”.
Il dubbio viene sollevato da Palazzo d’Orleans, che ha richiesto un parere legale sulla materia, dandone comunicazione al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, con una nota a firma del governatore Musumeci.

Già nella seduta di Giunta di ieri, su proposta dell’assessore al Territorio e ambiente, competente per delega, il Governo aveva deciso di ritirare le nomine degli Enti Parco (Madonie, Alcantara, Etna e Nebrodi), i cui presidenti designati erano stati trasmessi all’Assemblea regionale per il prescritto parere della I Commissione.

“Tale decisione – spiega nella lettera il presidente della Regione – è stata assunta in quanto, come era accaduto per i già designati presidenti degli Istituiti autonomi case popolari, le cronache giornalistiche hanno chiaramente evidenziato, mediante le dichiarazioni di taluni esponenti politici, che la Commissione si sarebbe indirizzata verso la scelta di esprimere un parere “politico” sulla “opportunità” della nomina di ciascun designato e non già, come le sarebbe imposto, un parere in ordine alla regolarità formale della procedura di nomina e sulla sussistenza dei titoli previsti dalla legge in capo al nominando”.

Secondo il governatore “è di palmare evidenza che la questione, posta nei termini sopra richiamati, investa altresì il diritto/dovere del Governo regionale di procedere a compiere tutti gli atti riservatigli dalle legge, sotto il controllo del Parlamento che può verificarne la legittimità, ma non può sostituirsi al soggetto legittimato dalla legge a compiere le scelte discrezionali”.