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di redazione
Roma,
30 Luglio 2012
Con l’approvazione del parere “Obiezione di coscienza e bioetica” il Comitato Nazionale di Bioetica affronta il tema dell’obiezione di coscienza da un punto di vista generale e quindi con uno sguardo verso le possibili future questioni, senza limitare le proprie considerazioni ad alcuni ambiti già regolati (quali ad es., l’interruzione volontaria di gravidanza). Il parere, redatto dal gruppo di lavoro coordinato dal Prof. Andrea Nicolussi, col voto favorevole di tutti i presenti tranne uno, conclude che “l’obiezione di coscienza in bioetica è un diritto costituzionalmente fondato (con riferimento ai diritti inviolabili dell’uomo), costituisce un’istituzione democratica, in quanto preserva il carattere problematico delle questioni inerenti alla tutela dei diritti fondamentali senza vincolarle in modo assoluto al potere delle maggioranze, e va esercitata in modo sostenibile”.Il documento esamina gli aspetti morali dell’obiezione di coscienza e si sofferma sul versante giuridico, al quale l’obiettore in definitiva si rivolge chiedendo di poter non adempiere a comandi legali contrari alla propria coscienza.Sul versante giuridico, le nuove frontiere della bioetica propongono infatti sempre più spesso una nuova sfida allo stato costituzionale, democratico e pluralista: si tratta di evitare di imporre obblighi contrari alla coscienza strumentalizzando chi esercita una professione o almeno tutelare l’obiezione di coscienza quando sono in gioco i diritti inviolabili dell’uomo senza però mortificare il principio di legalità. Pertanto un’obiezione di coscienza giuridicamente sostenibile non deve limitare né rendere più gravoso l’esercizio di diritti riconosciuti per legge né indebolire i vincoli di solidarietà derivanti dalla comune appartenenza al corpo sociale. Da queste conclusioni, derivano alcune raccomandazioni: nella tutela dell’obiezione di coscienza, che discende dal suo essere costituzionalmente fondata, si devono prevedere misure adeguate a garantire l’erogazione dei servizi, con attenzione a non discriminare né gli obiettori né i non obiettori, e quindi un’organizzazione delle mansioni e del reclutamento che possa equilibrare, sulla base dei dati disponibili, obiettori e non.
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Abstract parere
Testo parere
Sito Comitato Bioetica
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