Giustizia: Lombardo chiede tavolo di confronto a Ministro Severino
“No alla soppressione di molti uffici giudiziari siciliani senza una opportuna concertazione nell’interesse del territorio per il mantenimento di opportuni presidi di legalita”.
di redazione
No alla soppressione di molti uffici giudiziari siciliani senza una opportuna concertazione nell’interesse del territorio per il mantenimento di opportuni “presidi di legalita’”. E’ questo il tema di una lettera che il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ha scritto al ministro della Giustizia, Paola Severino chiedendo l’avvio di un tavolo di confronto sulla materia. “In relazione alla legge 148/2011 – scrive Lombardo – relativa alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie in tutto il territorio nazionale, da notizie del mondo forense e giudiziario si apprende che sarebbe in studio molto avanzato, se non gia’ in fase di esecuzione, il progetto di revisione, che determinerebbe in Sicilia la soppressione di molti Uffici del Giudice di Pace, di numerose Sezioni Distaccate di Tribunali oltre che di sedi di Tribunali stessi”. “Dalle stesse fonti – prosegue la missiva – si apprende anche che tale revisione sarebbe dettata da necessita’ d’ordine economico-finanziario che in linea di massima dovrebbe giustificarla per tutto il territorio nazionale”. A preoccupare Lombardo sono anche i numeri delle “revisioni” annunciate. Il provvedimento stravolgerebbe l’assetto organizzativo giudiziario coinvolgendo, in Sicilia, ben 11 (su 20) Tribunali, ben 28 Sezioni Distaccate di Tribunali, ben 101 (su 110) Uffici di Giudici di pace”. Lombardo, nel rimarcare che “l’art 23 dello Statuto Speciale della Regione Siciliana vanta una specifica prerogativa in ordine ai massimi presidi giudiziari sul territorio” fa presente come “occorre valutare con la dovuta prudenza ogni ipotesi di riduzione delle strutture giudiziarie che nel loro complesso hanno contribuito a salvaguardare e diffondere quella cultura della legalita’ che e’ la base fondamentale per liberare un territorio dal cancro mafioso”. “La Regione Siciliana – prosegue la nota – fa proprie le preoccupazioni dei suoi cittadini in merito al futuro dell’assetto giudiziario sul suo territorio ed esprime forti perplessita’ e ferma riserva sulle ragioni e sul metodo ispiratori di una revisione basata su soluzione di soppressione di sedi”. “La Regione Siciliana chiede, dunque, un preventivo confronto su questa delicata tematica in quanto ritiene Suo diritto che lo Stato condivida con essa qualunque iniziativa di revisione delle strutture giudiziarie sul Suo territorio e avere garanzie di tutela dei diritti dei siciliani. A tal fine si propone che i lavori di revisione siano affidati ad un tavolo di lavoro composto da rappresentanti ministeriali e regionali che predisponga nel concreto una proposta condivisa”. La Regione Siciliana inoltre offre “disponibilita’ a trovare soluzioni anche attraverso il proprio impegno con il supporto di personale (cosi’ come previsto anche da una legge regionale, la n. 6 del 31 maggio 2005) presso le strutture giudiziarie ove lo esigesse una riforma condivisa”