ROMA (ITALPRESS) – “Da molti anni ho subito e denunciato le infiltrazioni ideologiche e le opacità del sistema di potere che caratterizzano una parte della magistratura, alcune procure e i vertici delle correnti organizzate”. Così, al Giornale, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che confessa di non essere rimasto stupito dalla lettura del libro “Il Sistema”, il libro intervista di Alessandro Sallusti al magistrato Luca Palamara.
“Mette in luce – sottolinea – un sistema che contraddice i cardini stessi dello stato di diritto, la terzietà della magistratura e la separazione dei poteri su cui si fondano le società liberali”. “In questi 27 anni, dieci dei quali al lavoro come Presidente del Consiglio – a tutt’oggi sono l’ultimo premier arrivato a Palazzo Chigi come leader eletto dalla maggioranza che aveva vinto le elezioni – ho subito ben 86 processi, per un totale di 3672 udienze – ricorda Berlusconi -. Mettendole tutte in fila, si avrebbe un processo infinito, con udienze tutti i giorni, per dieci anni, senza soste neppure a Natale. Si rende conto di cosa significano queste cifre? Neanche Kafka avrebbe immaginato un incubo come questo. Credo siano un record assoluto, certamente in Italia e probabilmente nel mondo”.
Alla domanda che Palamara svela che il partito delle toghe aveva arruolato in segreto Gianfranco Fini per mettere in difficoltà il suo governo, Berlusconi risponde: “Io sono una persona leale, e per natura credo nella buona fede e nella lealtà delle persone. Per me anche in politica la parola data ha un grande valore, così come la coerenza con la propria storia e con le proprie idee. Forse è un approccio ingenuo, non da politico esperto, ma non intendo cambiarlo. Gianfranco Fini si considerava un professionista della politica – a differenza di me – e purtroppo ha dimostrato di esserlo. Su di lui non voglio aggiungere altro, è già stato giudicato dagli elettori e dalla storia”. Alla domanda sul perché in tanti anni di governo il centrodestra non è riuscito a riformare il sistema giustizia, risponde: “Alcuni nostri alleati lo hanno reso impossibile. Mi dissero chiaramente che avrebbero fatto cadere il governo se avessimo varato una riforma della giustizia sgradita all’Associazione Nazionale Magistrati. Quella di cui è stato a lungo Presidente proprio Palamara. Il sistema che lui ha descritto ha condizionato la politica italiana, compresi certi nostri alleati, per tutti gli anni della seconda repubblica”.
E sulla possibilità che la riforma possa venire dal Governo Draghi, commenta: “Questo è un governo di emergenza nato da una situazione di emergenza. Si basa sulla collaborazione fra forze politiche molto diverse tra loro come condizione per prendere decisioni rapide al fine di uscire dall’emergenza sanitaria ed economica legata alla pandemia. Noi intendiamo collaborare lealmente perché crediamo in questo governo e sappiamo che non ha alternative praticabili. Siamo consapevoli che in materia di giustizia ci sono sensibilità diverse fra forze politiche che oggi collaborano ma che in circostanze normali sarebbero certamente avversarie. Io credo però che proprio da questa situazione anomala possano nascere le condizioni – se tutti agiranno con senso di responsabilità – per gettarci alle spalle alcuni dei veleni che hanno caratterizzato gli ultimi 30 anni della vita pubblica italiana. Da un ministro competente come la professoressa Cartabia mi aspetto scelte semplicemente in linea con il principio costituzionale del giusto processo”.
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