di redazione
Palermo – “Non ho mai saputo nulla della trattativa, ma non posso dire se perche’ la trattativa non ci fu o se perche’ non me ne parlarono, conoscendo la mia personalita’ rigorosa”. Adirlo l’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, parlando con i giornalisti al palazzo di giustizia di Palermo, dove oggi depone come teste nel processo contro il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu, imputati di favoreggiamento in relazione alla macata cattura del boss Bernardo Provenzano. Amato ha poi ricordato che gia’ dopo le stragi mafiose scrisse nella rubrica che allora teneva su un settimanale di essere convinto che gli attentati fossero una risposta della mafia all’introduzione del regime carcerario del 41 bis. Questo, secondo le ipotesi degli inquirenti, sarebbe stato tra gli oggetti della trattativa tra Cosa nostra ed esponenti delle istituzioni. Tuttavia, ha osservato Amato, quando fu compiuta la strage di Capaci in cui venne assassinato Falcone, il 41 bis. “Dunque, nella trattativa potrebbe esserci stato dell’altro”, ha supposto l’ex presidente del Consiglio.
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