Palermo, 5 dic. – Cinque minuti dopo le tre del pomeriggio, quando è stato chiaro che fosse diventato il nuovo Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone ha ricevuto i complimenti dei deputati che lo avevano votato. E si è commosso.
Commosso era anche quando ha cominciato a leggere il suo discorso d’insediamento. Già pronto, come i festeggiamenti in suo onore. Perchè il suo nome aleggiava tra la sale di Palazzo dei Normanni già da giorni. Ci sono volute due votazioni per ufficializzarlo ma, alla fine, tutto è andato secondo copione.
Nato a Messina il 15 gennaio del 1965, diploma di maturità classica al liceo Maurolico e laurea in Giurisprudenza all’Università della sua città. E’ avvocato. E’ sposato con Grazia Gringeri e padre di tre figli: Claudia, Giuseppe e Antonio.
Negli anni dell’impegno politico giovanile è stato rappresentante degli studenti nel Consiglio scolastico distrettuale di Messina e consigliere del movimento politico giovanile della Dc. Successivamente ha proseguito la sua militanza nel Ccd.
E’ stato consigliere d’amministrazione dell’Ente Teatro di Messina, assessore al Bilancio alla Provincia regionale di Messina e al Comune dove, a partire dal 2008, ha ricoperto i ruoli di vicesindaco e assessore alla Cultura.
Dal 2001 è parlamentare regionale all’Assemblea siciliana e nell’ultima legislatura è stato presidente del Collegio dei deputati questori.
Giovanni Ardizzone non è esattamente una “new entry” di questa nuova legislatura, la XVI. Infatti, è già stato deputato regionale nel corso della XIII, XIV e XV. Questa è, quindi, per lui la quarta legislatura.
Eletto nelle file dell’Udc, Giovanni Ardizzone ha dunque appoggiato, con il suo partito, la candidatura alla Presidenza della Regione di Rosario Crocetta, per il quale ha – ovviamente – avuto parole di apprezzamento durante il suo discorso.
Lo stesso che sembra aver particolarmente colpito i giornalisti nel punto in cui ha dichiarato: “Non è più il tempo dei Gattopardi”. Già, perché per dirla come Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra”.
Sarà così, ancora una volta, per il Parlamento più antico d’Europa o il vento di rinnovamento di cui tanto si parla non sarà solo ostentato, ma reale? Staremo a vedere. Nel frattempo, in virtù della tanto sbandierata trasparenza alla quale si appella Ardizzone che – in principio di conferenza stampa, accoglie i giornalisti dicendo che “L’Ars sarà un palazzo di vetro” – basterebbe tenere aggiornato il sito dell’Assemblea. Giusto per cominciare.
Buon lavoro.
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