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Giorno del Ricordo, le iniziative organizzate dalla Regione

Giorno del Ricordo. Dopo la “Giornata della Memoria”, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, per il tramite del dipartimento dei Beni culturali diretto da Sergio Alessandro, ha affidato ai propri istituti e luoghi della cultura le rievocazioni legate al “Giorno del Ricordo”. Istituito come solennità civile nazionale – con la legge 92 del 2004 – il 10 febbraio di ogni anno serve a conservare e rinnovare la “memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”.

Giorno del Ricordo, al Villino Florio la presentazione del libro “63” di Fabio Lo Bono

Nella serie di eventi, previsti a partire da lunedì prossimo, sono in programma la mostra “Foibe” dell’artista triestina Sharon Ritossa, curata da Helga Marsala al Museo Salinas di Palermo e la presentazione del libro di Fabio Lo Bono “63” al Villino Florio di Palermo a cura del Centro regionale inventario e catalogazione. Si aggiungono a questi eventi le esposizioni di libri e documenti organizzate dalle Biblioteche regionali di Palermo, Messina e Catania.

«Dopo le iniziative con cui abbiamo rievocato la tragedia della Shoah – dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – ho voluto che la nostra comunità regionale e le sue istituzioni culturali celebrassero il “Giorno del Ricordo”, opportunamente istituito dal Parlamento della Repubblica. Si tratta di una serie di eventi attraverso i quali la cultura e l’arte si mettono al servizio della verità e della memoria storica con una visuale indipendente che non è divisiva ma, al contrario, unificante e ispirata al valore comune della coesione nazionale».

Foibe

di Sharon Ritossa

a cura di Helga Marsala

Un evento pensato per le celebrazioni del 10 febbraio, “Giorno del Ricordo” dedicato alle vittime delle Foibe e al massacro che si consumò in due ondate storiche (autunno del 1943 e primavera del 1945) nelle ex Province italiane in terra jugoslava: territori storicamente contesi, etnicamente misti, teatri di violenze, negazioni identitarie, tensioni e processi di repressione.

Dopo aver partecipato, con un’esposizione di documenti antichi, al programma di eventi sulla Shoah e la cultura ebraica, in occasione del 25 gennaio, ‘Giorno della Memoria’, il Museo Salinas, diretto da Caterina Greco, continua questo viaggio tra gli anni feroci di metà secolo scorso: stavolta con un progetto espositivo di Sharon Ritossa, in una chiave tutta contemporanea. Le due mostre si connettono dunque nel segno della memoria e della custodia del sapere, contigue negli spazi oltre che negli spunti di partenza.

Tra le sale del primo piano trova posto, con un inedito allestimento studiato ad hoc e una nuova produzione video, l’articolata ricerca dell’artista sulle Foibe, vicenda a lungo dimenticata, spesso negata o ideologizzata, non sufficientemente capita e restituita a una corretta dimensione storica e culturale. Il numero delle vittime – diverse migliaia – è tutt’ora incerto e difficilmente calcolabile, tra dispersi, cadaveri senza nome, resti rinvenuti e corpi perduti nell’oblio della storia.

Sharon Ritossa si è specializzata in fotografia all’Isia di Urbino

Triestina di origini istriane, classe 1987, laureata in Lettere e filosofia alla Sapienza di Roma, Sharon Ritossa si è specializzata poi in Fotografia all’Isia di Urbino con una tesi sull’esodo giuliano-dalmata, ricerca compiuta in collaborazione con l’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata. Da qui nasce il ciclo “Foibe”, racchiuso nel 2016 in un prezioso libro d’artista prodotto durante una residenza a Fabrica, il centro di ricerca per la comunicazione di Benetton group. I testi sono scritti in più lingue, in riferimento alla natura multietnica di quei territori e dello stesso sterminio consumatosi contro le popolazioni: oltre che inglese, italiano, croato, sloveno, tedesco.

«Le foibe – spiega la curatrice della mostra Helga Marsala – non sono spunto di una contesa ideologica, né argomento di una narrazione retorica, facilmente emotiva, tra cronaca e romanzo. È piuttosto il gesto di una studiosa, condotto tra fotografia concettuale, ricerche d’archivio e riflessioni di natura estetica intorno allo sguardo, ai processi della visione, alla tensione tra visibile e invisibile, alla percezione del vuoto. Sempre indagando la natura del paesaggio e il ruolo del territorio nelle dinamiche socio-culturali».

Sharon Ritossa sceglie di affrontare il tema dal punto di vista del paesaggio e dell’esplorazione geologica, indagando – attraverso l’obiettivo fotografico e con l’ausilio di un drone, secondo varie angolazioni prospettiche – 18 delle 33 foibe oggi documentate. Un approccio in qualche modo freddo, rivolto alla natura dell’aspro territorio carsico, che fu testimone muto di una strategia dell’orrore messa in atto dal regime comunista nei confronti degli oppositori: moltissimi italiani, fascisti e anche antifascisti ostili a Tito, e poi croati, sloveni, tedeschi.

La mostra verrà inaugurata il 10 febbraio alle ore 17

Gettati, vivi o morti, nelle fosse scavate per millenni dai corsi d’acqua sotterranei.

La struttura del libro, concepito come una griglia di 18 pattern quadrati, corrispondenti al nucleo di foibe studiate, è il cuore dell’esposizione, spazializzato e proiettato nell’ambiente per mezzo di testi, elaborazioni grafiche, lightbox, stampe fotografiche o serigrafiche su diversi materiali, fino a un breve video ipnotico realizzato per l’occasione, nuovo tassello di un iter aperto e complesso.

L’inaugurazione della mostra si terrà lunedì 10 febbraio 2020 alle ore 17 preceduta da un talk dal titolo “Foibe, l’eccidio invisibile. Indagini tra paesaggio e potere”. Introduce Caterina Greco, direttrice del Museo archeologico Salinas; intervengono: Sergio Alessandro, dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, Helga Marsala, curatrice della mostra, Sharon Ritossa, artista e Ignazio Buttitta, docente universitario e antropologo.

63 di Fabio Lo Bono

Mercoledì 12 febbraio, al Villino Florio di Palermo, Fabio Lo Bono presenterà il suo nuovo libro “63”, un evento curato dal Centro regionale per l’inventario e la catalogazione.

Il libro racconta il diario di Giuseppe Godena, pubblicato dopo essere stato gelosamente custodito per 77 anni, dalla figlia. Pagine dense di emozioni, di un direttore didattico di Rovigno d’Istria, in servizio a Oltre in Dalmazia. Una testimonianza storica straordinaria, commovente, che racconta le tragiche conseguenze subite da Giuseppe e dalla sua famiglia dopo l’8 settembre 1943. I sessantatré giorni più bui della sua esistenza da quando, all’indomani dell’8 settembre 1943, perse i contatti con la sua famiglia.

A seguire verranno proiettati due documentari sulle Foibe “1943-1945. La Guerra in Italia. Trieste terra di nessuno” e “Volti di un esodo”, nonché una rassegna di immagini d’epoca. All’incontro interverranno testimoni discendenti dei profughi istriani. L’incontro sarà introdotto dal saluto del commissario del Cricd Giuseppe Giammalva e da una presentazione della direttrice del Centro, Selima Giuliano. Interverrà l’autore Fabio Lo Bono.

Rassegna di libri e documenti presso le biblioteche regionali

Le tre biblioteche della Regione Siciliana, nella giornata di lunedì 10 febbraio, offriranno in consultazione al pubblico libri, manoscritti e documenti d’epoca che raccontano la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe. Una selezione di testi conservati nelle tre sedi verranno esposti assieme a manoscritti e ritagli di giornali di quel periodo.

Redazione

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