Cronaca

Ponte tra le culture, ritornano le Giornate FAI di Primavera in Sicilia

Giornate FAI di Primavera. Sabato 23 e domenica 24 marzo 2019 ritornano le Giornate FAI di Primavera per guardare l’Italia come non abbiamo mai fatto prima e costruire un ideale Ponte tra culture che ci farà viaggiare in tutto il mondo. Giunta ormai alla 27ª edizione, la manifestazione si è trasformata in una grandiosa festa, appuntamento irripetibile del nostro panorama culturale che a partire dal 1993 ha appassionato quasi 11 milioni di visitatori.

Per l’edizione di quest’anno il FAI Sicilia aprirà 122 luoghi in 45 località, grazie alla spinta organizzativa delle 8 Delegazioni FAI siciliane (insieme ai 10 Gruppi e 6 Gruppi Giovani) e grazie ai 1.700 Apprendisti Ciceroni che accompagneranno i visitatori. “Per le Giornate Fai di Primavera in Sicilia – afferma Giuseppe Taibi, Presidente FAI regionale – apriremo luoghi di bellezza che illustreremo grazie all’aiuto degli Apprendisti Ciceroni. La novità di quest’anno sarà il progetto FAI ponte tra culture che si propone di raccontare, con volontari di origine non italiana, le diverse influenze culturali straniere disseminate in molti dei beni che apriremo.

Inoltre le Giornate FAI di Primavera 2019 – conclude Taibi – guardano all’Europa in quanto la Commissione Europea partecipa facendo conoscere i beni italiani che, grazie ai finanziamenti europei, diventano nuovamente accessibili ai cittadini. Quelli siciliani sono: il Porto di Porto Empedocle, il Giardino Botanico di Agrigento, il Museo naturalistico Francesco Minà Palumbo di Castelbuono e la Chiesa di Casa Professa a Palermo”.

Per il 2019 la novità sarà appunto il progetto FAI ponte tra culture, che si propone di porre l’attenzione su quei luoghi che testimoniano la ricchezza derivata dall’incontro e dalla fusione tra la nostra tradizione e quella dei paesi europei, asiatici, americani e africani.

Ne sono un esempio: il giardino di Villa Genuardi ad Agrigento con influenze dell’Asia e del Sud America; le Latomie dei Niccolini a Marsala utilizzate da gruppi appartenenti a religioni diverse; Piazza Sett’Angeli a Palermo con influssi punici, romani e arabo-normanni; a Catania la Cappella Bonajuto superstite dell’epoca bizantina e la Villa Comunale di Taormina con il giardino all’inglese.

I beni visitabili durante le Giornate FAI di Primavera

Il catalogo dei beni visitabili durante le Giornate FAI di Primavera raccoglie una proposta così varia e originale che è impossibile da sintetizzare. Ne segnaliamo alcuni:

Il Castello di Nicosia

DELEGAZIONE DI ENNA

Santuario del SS. Crocifisso di Papardura: nell’ameno sito di Papardura, lungo le pendici di Enna sorge il Santuario edificato a seguito della venerazione popolare scaturita dopo il rinvenimento nel 1659 di una sacra immagine. Ogni anno, il 14 settembre, si celebra la solennizzazione della Esaltazione della Croce ovvero la sua esposizione da parte del sacerdote ai fedeli. La festa organizzata dai “Procuratori” presenta ancora oggi elementi arcaici e suscita una grande devozione popolare. La chiesa presenta decorazioni e stucchi eseguiti su disegni del Serpotta ed è ornata da pregevoli quadri e paliotti d’altare.

Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

Granfonte di Leonforte

Uno dei monumenti principali di Leonforte. Costruita nel XVII secolo dal principe Placido Branciforti, fondatore del paese, sui resti di una antica fontana araba chiamata “Fonte di Tavi”, costituiva il luogo abituale di riunione della popolazione e, con le sue ventiquattro cannelle, anche l’abbeveratoio pubblico. Questa maestosa fontana monumentale è in stile barocco. Il prospetto presenta una serie di altorilievi con mascheroni e puttini. Dalle cannelle di bronzo ogni giorno sgorga ininterrottamente acqua limpidissima che si raccoglie nella sottostante vasca rettangolare. Il prospetto, con tre alzate timpanate decorate con bassorilievi, è raccordato ai lati con due volute. Ancora oggi è luogo d’incontro ideale per i cittadini.

Villa Comunale Taormina

DELEGAZIONE DI MESSINA

Teatro Vittorio Emanuele, Viaggio dietro le quinte.

La posa della prima pietra del “novello Teatro” di Messina, intitolato a Santa Elisabetta in omaggio a Maria Isabella di Spagna, madre di Ferdinando II, avvenne il 23 aprile 1842. L’inaugurazione fu celebrata il 12 gennaio 1852; nel 1860 tuttavia, con l’annessione al Regno d’Italia, la denominazione del S. Elisabetta fu mutata in “Vittorio Emanuele II”, in occasione dell’annessione del “Regno delle due Sicilie al Regno d’Italia sotto lo scettro costituzionale di Vittorio Emanuele II”. Danneggiato dal terremoto di Messina del 1908 è stato oggetto di un restauro che lo ha quasi interamente ricostruito: all’interno fu ampliato ed il soffitto decorato da Renato Guttuso con la raffigurazione della leggenda di Colapesce. I lavori furono portati a termine solo nel 1980.

Palazzo Cocuzza

DELEGAZIONE DI RAGUSA

Nei luoghi dello stile Liberty a Ispica

Una passeggiata artistica lungo le strade di Ispica alla ricerca delle più significative testimonianze dello stile Liberty in città, presso palazzi nobiliari e case private. Una narrazione itinerante tra gli aspetti strutturali e decorativi, nonché dei significati culturali di ogni manufatto, accompagnata e arricchita, nella sede dell’Istituto “Gaetano Curcio”, da una mostra (disegni, progetti, fotografie…) con cui gli studenti hanno voluto offrire il proprio contributo allo studio di questo stile così peculiare.

 

Il riparo sotto Roccia di Fontana Nova

Tanto celebre tra gli specialisti di tutta Europa quanto pressoché abbandonato, il sito di Fontana Nova (alla periferia di Marina di Ragusa, frazione balneare del capoluogo ibleo), ospita un riparo sotto roccia recante tracce di frequentazione umana, forse il sito più antico finora noto in Sicilia. Nel XIX secolo il barone Arezzo, nobile ragusano appassionato di antichità, scoprì in questa lunga e stretta grotta accennata nel calcare della valletta che conduce al mare, i resti di un focolare fossilizzato. A seguito di accurati studi, ripetuti anche nei decenni successivi, si è datato il sito all’Aurignaziano, un periodo del Paleolitico collocabile tra 40.000 e 18.000 anni fa. Il gruppo umano che qui viveva, si nutriva di cervi e altra cacciagione cotta su tizzoni accesi all’interno della grotta che in origine doveva essere certamente più ampia e profonda. Luogo con criticità.

Sortino diruta

DELEGAZIONE DI SIRACUSA

Sortino diruta, quartieri e strade della città sepolta

Percorrendo le antiche mulattiere che si snodano sinuose e lente lungo le pendici del colle Aita, ci si trova ad un crocevia di storia che abbraccia, in un colpo d’occhio, un arco temporale che supera i tre millenni. In questi luoghi dalla natura amena e dalla pietra bianca, scolpita dalla fatica dell’uomo, sorgeva l’antico abitato di Sortino, una perla incastonata tra le possenti pietre di Pantalica e il monte, un centro rigoglioso circondato da fiumi, torrenti e boschi, che prosperò fino al 1693, quando fu raso al suolo dal disastroso terremoto che colpì tutto il Val di Noto.

Dopo il sisma, la nuova città fu edificata sul pianoro soprastante dove tutt’ora esiste, ma il sito non fu mai completamente abbandonato e sono molti i resti della città medievale che ancora oggi si possono ammirare, inseriti in un contesto paesaggistico di notevole valore. La Sortino Diruta si trova incastonata tra la Sortino “Nuova” e la riserva Naturale Orientata della Valle dell’Anapo.

Tonnara di San Giuliano

DELEGAZIONE DI TRAPANI

La Tonnara di San Giuliano tra tonni e tartarughe

La più antica tonnara della Sicilia occidentale, sita su Punta Tipa, litorale nord di Trapani, in uno splendido scenario coronato dalle antiche mura a tramontana, dalle isole Egadi e da tramonti spettacolari. Attiva dal XVI sec. fino al 1961 nella pesca, lavorazione e conservazione del tonno, venne edificata attorno alla chiesetta dedicata al martire; la struttura è simile ad un baglio, avente due accessi, uno dalla casa padronale e uno per i lavoranti ed era fornita di un porticciolo naturale.

La torre di avvistamento segnava il confine tra Trapani ed Erice. Nella Seconda Guerra Mondiale fu utilizzata dai fascisti per insediamenti bellici. Oggi la tonnara è in abbandono. L’area è caratterizzata da rocce di calcarenite e duna con piante alofite protette e da un ecosistema ancora intatto, di recente scelto da tartarughe caretta-caretta per la deposizione delle uova: spettacolo emozionante è la loro schiusa nella spiaggia. Luogo con criticità. Le condizioni fatiscenti del sito non consentono la visione interna. La passeggiata si snoderà tra lo stabilimento e la scogliera.

Chiesa di Santo Stefano a Marsala

Il complesso edilizio, comprendente la chiesa ed il monastero di Santo Stefano, ricade in una vasta area del centro storico lilibetano, dove probabilmente sorgeva il palazzo degli antichi pretori romani, utilizzato poi dai Saraceni come sede del Governo. Nel XVI secolo venne acquistato dal nobile marsalese Stefano Frisella, che ristrutturò l’edificio e lo adibì a monastero per le Agostiniane Scalze, dove venne accolta la figlia Francesca. Il benefattore fece anche costruire la chiesa che dedicò al santo di cui portava il nome. L’interesse culturale e strategico della chiesa si esprime rispettivamente nella bellezza degli interni e anche nel fascino dei suoi sotterranei, dai quali parte un percorso che collega la vicina Chiesa dell’Itriella e che probabilmente in passato consentiva di raggiungere zone lontane della città. L’edificio appartiene al patrimonio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno. Luogo normalmente chiuso al pubblico.

Iniziative speciali: treno storico per la Valle dei Templi di Agrigento

Domenica 24 marzo l’ottocentesco impianto ferroviario torna a vivere come capolinea di una linea turistica, la “Ferrovia dei Templi”: visite guidate a bordo dei carrelli a motore e a pedale, mostre di cultura, storia e artigianato, aree street food. Itinerario del treno storico: partenza da Palermo Centrale alle ore 8 e arrivo a Porto Empedocle Centrale alle ore 11.35, ritorno da Porto Empedocle Centrale alle ore 18 e arrivo a Palermo Centrale ore 21(Adulto 20€ – Ragazzo 10€). Oltre al treno storico da Palermo, sarà possibile viaggiare tra la stazione di Porto Empedocle Centrale e la Valle dei Templi con prenotazione scrivendo al prenotazioni@fondazionefs.it. Sito restaurato e riqualificato grazie a fondi europei – Fondo europeo di sviluppo regionale.

Aperture riservate agli iscritti

Gli iscritti alla Fondazione, e chi si iscriverà al FAI in occasione della manifestazione, potranno godere di ingressi dedicati e accessi prioritari. Tra le aperture riservate agli iscritti:

 

ALCARA LI FUSI (Messina)

Convento di Santa Maria del Rogato

Contrada Carbuncolo

Sabato: 10:00 – 12:00 / 15:00 – 16:30

 

CALTAGIRONE

Cripta della Chiesa di San Bonaventura

Largo della Croce 2

Sabato: 10:00 – 13:00 / 15:30 – 18:30

Domenica: 10:00 – 13:00 / 15:30 – 18:30

 

CATANIA

Chiesa di San Benedetto

Via Teatro Greco 2

Sabato: 09:30 – 13:00 / 15:00 – 18:30

Iniziative speciali: ore 18 concerto di canti sacri a cura del coro “Nuove dissonanze” di Bruna D’Amico.

Domenica: 10:30 – 13:00 / 15:00 – 18:30

 

CORLEONE (Palermo)

Cascata e Canyon delle Due Rocche

Sabato: 10:00 – 13:00

Domenica: 10:00 – 17:00

 

PALERMO

Palazzo Drago Airoldi di Santa Colomba

Via Vittorio Emanuele, 382

Domenica: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30).

 

Per l’elenco completo delle aperture consultare il sito www.giornatefai.it o telefonare al numero 02/467615399.

Redazione

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