ROMA (ITALPRESS) – “Le previsioni che normalmente fa il Mef sulla crescita sono molto prudenti. Ma è anche vero che a volte vengono superate dalla realtà e quindi questo già di per sè è di buon auspicio”. E’ quanto dichiara, in una intervista al Corriere della Sera, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aggiungendo: “Attorno al nostro Paese c’è un sentimento di prudenza in qualche caso persino di sfiducia anche da parte delle istituzioni internazionali che continuano a sottostimare le nostre potenzialità. Io sono convinto che, al di là di quello che è contenuto anche nei documenti ufficiali di governo che ovviamente devono scontare un atteggiamento cautelativo, le potenzialità del Paese già da quest’anno potranno esprimere dei risultati superiori”.
“L’obiettivo e l’ambizione che il governo e tutti noi abbiamo – sottolinea Giorgetti -, è quello di arrivare a delle cifre importanti, al netto di interventi o di situazioni totalmente eccezionali come quelle che si sono registrate negli anni scorsi. Quindi il vero trade off è tra una politica di bilancio che dovrà tener conto di quelle regole, magari nuove, del Patto di stabilità e crescita. E la capacità degli imprenditori italiani e dell’economia italiana di superare tutti questi limiti di sistema e fare delle performance straordinarie che sono testimoniate dall’incredibile risultato dell’export italiano anche nel 2022”.
“Premesso che appunto bisogna valutare le deleghe non tanto come iniziano, ma come finiscono e se finiscono, visti i passi falsi numerosi in passato – aggiunge il Ministro -. L’ambizione è quella di riscrivere l’impianto fiscale rispetto a quello disegnato negli anni 70 perchè la realtà dell’economia è totalmente cambiata”.
“La filosofia di fondo – spiega – è esattamente volta a premiare chi, con fiducia, investa nel futuro. Quindi un sistema di tassazione privilegiato per quelle imprese che investono, che assumono, che creano occupazione, che creano ricchezza”. “La logica della flat tax – prosegue – è esattamente questa. Premiare i bravi affinchè diventino migliori. Deve essere uno sprono in qualche modo a fare sempre di più e superare la logica in cui ci si è adagiati negli anni. Una logica del sussidio. Con questa logica il Paese non va nessuna parte. E aggiungo io, con un tema di cui si parla poco, la tutela delle famiglie numerose. L’impatto demografico sarà devastante”.
“Noi – sottolinea il Ministro – abbiamo vissuto questi tre anni, una situazione in cui le regole europee di disciplina di bilancio, il patto di stabilità, erano sospese. Era possibile immaginare bonus, crediti di imposta di ogni tipo al di fuori di ogni regola. Basti vedere i livelli di indebitamento sul Pil fatti nel ’21 e ’22. Dall’anno prossimo le regole, sebbene riformate come auspichiamo, torneranno in vigore e quindi noi dobbiamo immaginare un’uscita graduale e il più possibile ordinata da questo sistema di bonus di sussidi. Diverso è il discorso di come utilizzare le risorse pubbliche per promuovere un’offerta, un’offerta nuova. Si guardi agli Stati Uniti dove la patria del capitalismo più sfrenato usa i sussidi pubblici per l’Inflaction reduction act (Ira)”.
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