ROMA (ITALPRESS) – La maglia del Torino calcio, città natale di Gianni Minà e corone di fiori per l’ultimo saluto a Gianni Minà.Si è tenuta oggi a Roma la camera ardente, alla quale domani seguirà un funerale in forma privata. In Campidoglio ad accogliere il feretro insieme ai familiari c’erano il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, i giornalisti Sigfrido Ranucci e Andrea Purgatori, oltre a Franco Carraro e Don Luigi Ciotti.“E’ stato un giornalista e autore televisivo straordinario – ha detto il primo cittadino – autore di pagine memorabili di giornalismo. Una personalità riconosciuta in tutto il mondo. Penso tra i più grandi giornalisti che l’Italia abbia avuto, che ha saputo interpretare la sua professione in un modo decoroso, impegnato. E’ stato protagonista e testimone di pagine fondamentali del ‘900, ed è stato impegnato anche in battaglie per i diritti, la libertà”.In rappresentanza del Comune di Roma ha presenziato anche l’Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda Alessandro Onorato. “Perdiamo, non soltanto un grande giornalista, ma una persona perbene, garbata – afferma – che ha insegnato a fare il giornalismo senza cercare sensazionalismi raccontando le cose così com’erano. Ha scelto Roma come città adottiva. Con il Sindaco studieremo il modo più appropriato per renderlo davvero eterno. E’ una persona che ha legato la sua storia a tanti personaggi e anche a tanti di sport. A settembre riapriremo il Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano, una grande fatica, ed è stato uno dei luoghi simbolo delle Olimpiadi del ’60. Quindi credo che possa essere un luogo dove immaginare delle iniziative per ricordarlo”. Durante la mattinata sono arrivati, fra gli altri, per l’ultimo saluto a Minà, Ricky Tognazzi, Walter Veltroni, Milly Carlucci e Alba Parietti.Milly Carlucci ricorda: “Gianni è stato un pezzo importantissimo della mia vita perchè con lui ho avuto un’importantissima esperienza professionale che è stata quella di Blitz e Il Sistemone, ma prima ancora L’altra domenica. Era un uomo straordinario per cultura, per umanità, per empatia. Le cose che lui ci ha regalato e che adesso fanno parte delle teche sono tutte delle dichiarazioni d’amore al suo mestiere, perchè lui si definiva cronista, di quelli che andavano in giro a consumarsi le scarpe. Ed era vero”.Ricky Tognazzi ha evidenziato “il suo grande entusiasmo verso le cose che faceva. E poi la grande naturalezza con cui raccontava aneddoti straordinari”.
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