Germanà (Pdl): “No all’aumento delle concessioni demaniali marittime”

PALERMO – “Un’entrata a gamba tesa… da espulsione!” Nino Germanà definisce così l’aumento indiscriminato delle concessioni del demanio marittimo che coinvolge innanzitutto la gestione dei lidi attrezzati dell’Isola ma anche lo sfruttamento delle piattaforme industriali. “E non ci vengano a raccontare che si tratti di un atto dovuto poiché questo aumento, addirittura del 600%, è già stato applicato nella Penisola. Qui, in Sicilia, si deve comunque tener conto della diversa realtà locale e del rischio di chiusura che i gestori delle spiagge corrono”.

Germanà è autore di atti ispettivi all’Ars ed è fra i firmatari di un disegno di legge che, fra l’altro, chiede la proroga delle concessioni attuali fino al 2020, così come del resto è già stata applicata nel resto del territorio nazionale. “La proroga – sottolinea Nino Germanà – sarebbe un toccasana per la categoria poiché allontanerebbe la jattura del recepimento della direttiva Ue detta Bolkenstein (blocco dei rinnovi automatici delle concessioni) e, di converso, anche per le strutture di ricezione direttamente collegate all’afflusso di turisti attirati dalle condizioni climatiche e dai lidi siciliani, ancor oggi a costi contenuti: prezzi che non potrebbero di certo esser mantenuti in caso di applicazione dell’aumento, oltretutto retroattivo a partire dal gennaio scorso”.

“Il governo siciliano, comunque – stigmatizza il deputato messinese del Pdl – non potrà non recedere da questa disastrosa decisione; prova ne è anche la posizione di tre importanti assessori regionali nonché dello stesso presidente del gruppo parlamentare che fa riferimento al governatore Crocetta, l’onorevole Malafarina: tutti hanno dichiarato che “il governo è scivolato su una buccia di banana”, riferendosi a questo scellerato, annunciato provvedimento”.
“La stagione balneare, con gli alti e bassi di questo fine di primavera, è appena iniziata – conclude Germanà – Vediamo di non farla chiudere anzitempo. Sarebbe un disastro e non soltanto per l’industria balnear-turistica dell’Isola, distrutta da un balzello medioevale”.