L’Agenzia delle Entrate odia l’amore: sconto sulle tasse, ma solo per i single | Valanga di soldi per loro

Se sei single, avrai uno sconto sulle tasse incredibile: ecco di che cosa si tratta.

Siamo ormai nel periodo della dichiarazione dei redditi e, quindi, della compilazione del Modello 730 o Redditi PF. In questa sede, ogni cittadino può portare in detrazione molte spese e quindi ottenere un beneficio economico importante, con il quale può togliersi qualche sfizio o colmare qualche debito.

Sono diverse le spese che si possono portare in detrazione. Le più conosciute sono quelle relative al settore medico sanitario quindi visite, esami specialistici o farmaci, sul cui prezzo si può recuperare il 19%. Sono però detraibili anche le spese sostenute per gli amici a quattro zampe, così come quelle fatte in riferimento ad alcuni bonus o a specifiche ristrutturazioni di casa.

Oggi, però, vi parliamo di una detrazione che riguarda solo i single e che permette loro di recuperare una buona parte dei soldi spesi. Ecco di che cosa si tratta, come la si può ottenere e nello specifico in cosa consiste.

Detrarre l’assegno di mantenimento all’ex coniuge

Ovviamente ci scherziamo, ma di fatto è la realtà: l’Agenzia delle Entrate, infatti, consente al coniuge che versa l’assegno di mantenimento al suo ex coniuge di portare questa spesa in detrazione e, quindi, di recuperarne una parte anche sostanziosa. L’importo riferito al mantenimento, quindi, viene dedotto dal reddito complessivo Irpef: chi invece riceve questo assegno è obbligato ad indicarne le somme come reddito imponibile e, quindi, sulle stesse ci dovrà pagare l’Irpef.

A stabilire regole e confini di questa novità è la circolare 24/E/2022 che, tra l’altro, ha stabilito anche che queste stesse regole non si applicano nel caso in cui l’assegno di mantenimento che si riceve sia destinato ai figli: in questo caso, né le somme sono deducibili né tantomeno costituiscono reddito imponibile.

I dettagli

L’assegno di mantenimento deducibile nella dichiarazione dei redditi sussiste solo in alcuni casi. Innanzitutto la separazione dev’essere legale ed affettiva, oppure dev’essere avvenuto un annullamento o scioglimento del matrimonio e quindi la cessazione dei suoi effetti civili. La deducibilità, quindi, dipende anche dal provvedimento dell’autorità giudiziaria, che attesta l’importo che dev’essere versato.

Non rientrano nei casi di deducibilità l’assegno una tantum, le somme versate in un’unica soluzione e quelle versate titolo di quota di mutuo al posto dell’assegno di mantenimento, nel caso in cui l’ex coniuge abbia rinunciato a questo secondo.