Si è tenuto proprio questa mattina il processo a Orazio Sciuto, uno dei cinque italiani arrestati ad Amburgo, durante le contestazioni per il G20.
Dopo quasi 3 mesi di detenzione in carcere, da poche settimane, sono iniziati i processi per gli oltre 30 internazionali arrestati durante le contestazioni al vertice G20, che si è svolto nei giorni 6, 7 e 8 luglio nella città tedesca. Proprio durante quei giorni difficili, migliaia e migliaia di persone da tutta Europa hanno raggiunto le piazze e si sono opposte al Summit.
Il processo si è concluso con la condanna di Orazio a un anno con condizionale: verrà quindi scarcerato e potrà fare rientro a Catania, la sua città natale, dopo quasi tre mesi di carcere. Il 32enne è stato recluso nella prigione di Billwerder, ad Amburgo, dal 7 luglio scorso: proprio quel giorno, infatti, era finito in manette durante le contestazioni del G20 che si è svolto nella seconda città più popolosa della Germania. Altri contestatori italiani sono stati fermati con lui, tra cui il palermitano Emiliano Puleo e un altro ragazzo catanese, Alessandro Rapisarda.
Su tutta la vicenda giudiziaria, però, aleggia grande confusione, soprattutto in merito al trattamento ricevuto dai detenuti: Sciuto, a quanto pare, avrebbe indossato per settimane gli stessi vestiti che indossava al momento dell’arresto, mentre Rapisarda avrebbe dichiarato di essere stato spesso convocato dalle autorità giudiziarie, senza che gli venisse concessa la presenza di un avvocato.
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