Furti aggravati in concorso, ricettazione e riciclaggio. Sono i reati commessi in varie località della Sicilia, in particolare tra Cefalù e Campofelice di Roccella, a partire dal 2015 da nove persone, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Cefalù. Gli indagati sono stati fermati tra Catania, Messina, Agrigento e Siracusa, in esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della Procura.
L’indagine è stata avviata a seguito della commissione di una serie di furti di autocarri e veicoli da cantiere all’interno di depositi e magazzini edili tra Cefalù e Campofelice di Roccella. Gravi episodi delittuosi, con drammatiche ricadute sull’economia locale poiché andavano a colpire piccole aziende e imprenditori edili che, a seguito di tali eventi, vedevano compromessa la propria capacità di operare sul mercato.
Sin dalle prime risultanze investigative, i Carabinieri hanno accertato come tutti i furti avessero il medesimo modus operandi e fossero, pertanto, riconducibili all’iniziativa illecita di un gruppo di nove persone, ben organizzato, che operava secondo una precisa suddivisione di compiti.
Le misure cautelari sono scattate per Giovanni Messina, classe 1974, Sebastiano Pirrello, classe 1966, Cristian Foti, classe 1987, originario della provincia di Messina, Salvatore Litrico, classe 1964 (già detenuto presso il carcere di Ragusa), e Sebastiano Busacca, classe 1997 (in atto ristretto per altra causa presso l’Istituto Penale per i Minorenni di Catania), tutti domiciliati nella provincia di Catania. E ancora Luca Coniglio, classe 1979, di Canicattì, e Carmelo Gambacorta, classe 1953, di Camastra, di Aldo Scauzzo Taragnino, classe 1974, di Capizzi e, infine, Stefano Breci, classe 1981, residente ad Augusta.
Le indagini hanno permesso di accertare, spiegano gli investigatori, la “consumazione di almeno una decina furti, ad opera degli odierni arrestati, in tutto il territorio siciliano, ai danni di imprenditori edili e società operanti nel settore, per un danno complessivo di oltre mezzo milione di euro, nonché di recuperare parte dei mezzi d’opera rubati per un valore di circa 300.000 euro”.
Le indagini dei militari dell’Arma e della Procura della Repubblica di Termini Imerese proseguono per riscontrare eventuali ulteriori episodi delittuosi ad opera degli odierni arrestati o di loro altri complici.
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