Si sono tenuti questa mattina i funerali di Totò Schillaci, icona del calcio mondiale, palermitano di nascita e da sempre legato alla sua terra. Il campiono è venuto a mancare lo scorso 18 settembre. Per due giorni la camera ardente allestita allo Stadio Barbera di Palermo è stata assediata da chi voleva rendergli un ultimo omaggio. Sono accorsi numerosissisimi tifosi e semplici cittadini, amici e compagni di una vita, calciatori di ieri e di oggi. La Cattedrale di Palermo è apparsa gremita, dentro e fuori, perché tutti hanno voluto rendere omaggio a Totò Schillaci, un’icona sportiva non solo della città, ma riconosciuta a livello mondiale.
Davanti all’altare, la bara è circondata da fiori, sciarpe, gagliardetti e dalla maglia azzurra numero 19 che Totò indossò come protagonista a Italia ’90. L’arrivo del feretro è stato accolto con commozione, accompagnato da una bandiera rosanero che sventola nel giardino della Cattedrale. Al passaggio della bara, il nome “Totò Schillaci” è stato scandito a gran voce, anticipando l’atmosfera intensa che domani animerà il Barbera durante Palermo-Cesena, la prima partita in cui la città si sentirà un po’ più vuota senza il suo simbolo calcistico più rappresentativo.
Alla cerimonia, conclusasi con la benedizione dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, hanno partecipato figure di rilievo, tra cui il presidente della FIGC Gabriele Gravina, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, e il presidente del Palermo Dario Mirri. Tra i calciatori rosanero presenti, anche Francesco Di Mariano, nipote di Schillaci, insieme a Matteo Brunori, Jacopo Segre e il direttore sportivo Morgan De Sanctis con il suo vice Giulio Migliaccio.
Durante l’omelia, monsignor Filippo Sarullo ha ricordato Totò come una figura luminosa per i suoi cari e per tutti coloro che lo hanno conosciuto, sottolineando come il calciatore abbia fatto sognare l’Italia con le sue notti magiche. Ha parlato di un talento straordinario, un campione che, nato e cresciuto tra la gente comune di Palermo, ha conquistato la scena internazionale e mondiale. Sarullo ha poi ringraziato Schillaci, convinto che da lassù continuerà a guardare Palermo, ispirando le nuove generazioni a seguire i propri sogni e a vivere secondo i valori dello sport e della vita.
“Totò ci ha insegnato che la vera forza di uno sportivo e di una persona matura non sta nel sentirsi invincibili, ma nella capacità di rialzarsi”, ha concluso Sarullo, ricordando l’importante ruolo educativo che Schillaci ha svolto nella sua scuola calcio, insegnando che, come nello sport, anche nella vita bisogna imparare a saper vincere e a saper perdere.
– foto xd8/Italpress –
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