Frontale dopo l’esame guida: 7 anni e 4 mesi per l’istruttore

E’ stato condannato a 7 anni e 4 mesi di reclusione Andrea Nicosia, 26enne di Gela che il 16 novembre 2018 sulla statale 626 Gela – Caltanissetta ha causato la morte di Giuseppe Danese e Angelo Scalzo, oltre al grave ferimento di altri due ragazzi.

Sospesa la patente di guida per 2 anni oltre al pagamento delle spese processuali. L’uomo che guidava una Peugeot 208 aveva accompagnato i giovani a fare gli esami per quella che era un’autoscuola a gestione familiare (il papà di Nicosia è il proprietario).

Quella uscita fu però fatale: nel tragitto di ritorno perse infatti il controllo del mezzo causando l’incidente con i giovani a bordo. Angelo, 16 anni, sua sorella Miriana Giuseppa di 25 e un’altra ragazza, R.L., avevano sostenuto l’esame teorico della patente ed erano appena stati promossi.

Secondo quanto ricostruito, al momento dell’incidente l’uomo aveva invaso la corsia opposta viaggiando a velocità elevate nonostante l’asfalto bagnato. In quel momento è arrivata dall’altra direzione la Lancia Y10 con a bordo Giuseppe Danese, 51 anni di Riesi. L’impatto è stato inevitabile. Danese e Scalzo sono morti poco dopo lo schianto a causa delle ferite riportate.

“Nell’affrontare la curva – si legge tra le conclusioni del consulente tecnico Vitellaro – perdeva il controllo del proprio mezzo, invadendo la corsia di marcia opposta. Lo stesso, inoltre, con la sua tenuta di guida non regolava la velocità in corrispondenza di una curva in discesa con manto stradale bagnato, nonché superava il limite di velocità di 90 km/h consentito su quel tratto. Non si ravvisano invece violazioni in merito alla condotta di guida degli altri due conducenti coinvolti nel sinistro“.

“Da un punto di vista puramente giuridico si tratta senz’altro di una sentenza importante – commentano i familiari delle vittime – Ma da quello umano, la vita di un figlio non può di certo avere questo valore: questi ragazzi purtroppo mai nessuno ce li riporterà, quel giorno si sono concluse le loro giovani vite, e con esse anche le nostre”.

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