Francesca Incudine presenta il nuovo album. Domenica 6 maggio, alle ore 19, al Teatro Atlante di Palermo la cantautrice ennese Francesca Incudine presenta, con un concerto live, il suo nuovo album dal titolo “Tarakè”. Brani ben piantati per terra, che raccontano storie coraggiose, amori fecondi, finestre sul reale e sul possibile, desideri e volontà. Quadri sonori dipinti dagli arrangiamenti di Carmelo Colajanni e Manfredi Tumminello, che ne curano la direzione artistica, miscelando sapientemente il suono alla parola, il pop alla world music, il siciliano all’italiano, per restituire al pubblico una trama ispirata.
Sul palco insieme a Francesca Incudine, Manfredi Tumminello alle chitarre, Salvo Compagno alle percussioni e Raffaele Pullara ai plettri e fisarmonica.
L’ALBUM – Viene da un’urgenza di cambiamento, dalla ricerca di nuove strade e dalle conseguenti cadute, il secondo album di Francesca Incudine, cantautrice siciliana, tra le giovani realtà più interessanti della world music italiana. Inquieta, come il titolo del suo disco, TARAKE’: una parola che deriva dal greco e significa scompiglio, turbamento, ma che si trasforma quando incontra il suffisso “akos” (rimedio), diventando “tarassaco”, il nome di un fiore che ha in sé il problema e la sua soluzione.
È quel fiore conosciuto anche come soffione, che pare esaudisca i desideri quando, grazie ad un alito, i suoi semi si disperdono nel vento. “Così, come quei piccolo semi, sono venute fuori – racconta Francesca Incudine – le canzoni di questo disco.
Undici piccole guerriere che raccontano di coraggio e di come le cose cambiano solo se veramente vogliamo che cambino. Undici quadri sonori per restituire un po’ di ciò che ero e di ciò che voglio essere, rispondendo ancora una volta ad una promessa fatta a me stessa: quella di essere autentica”.
E, seguendo la traiettoria dei batuffoli di tarassaco, Francesca Incudine è partita alla ricerca di storie e di emozioni da raccontare, per lo più in siciliano, nelle tracce del disco: le operaie della Triangle Waist Company di New York morte in fabbrica avvolte dalla fiamme; i dubbi di Colombo e Gutierrez che, in una immaginaria conversazione, si interrogano sulle ragioni del viaggio; il dramma dell’immigrazione e il coraggio dell’umanità; la voglia di cambiamento; la forza dell’amore quando è appartenenza e non possesso; la capacità di trasformare le “cadute” in danza; il tempo che passa vissuto con la leggerezza dell’infanzia.
È un disco che racconta l’impegno di vivere Tarakè, ma lo racconta con la delicatezza e la levità dei semi nel vento. Si potrebbe dire che è colorato ad acquerelli, come l’immagine di copertina firmata da Stefania Bruno.
Francesca Incudine, cantautrice siciliana classe ’87. Si appassiona all’età di 13 anni ai tamburi a cornice. Proprio in quegli anni comincia a studiare le percussioni e il canto per iniziare un percorso di formazione artistica che la porta verso la musica folk di radice popolare che spazia fino alla world music. È proprio su questo campo che da qualche anno ha intrapreso anche la strada della canzone d’autore, scrivendo e componendo in siciliano.
Nel 2010 partecipa con la Compagnia Triskele, al premio per la World music Andrea Parodi, dove vince con il brano “Fimmini” di cui è autrice del testo. Nel 2013 al Premio Parodi ritorna da solista e il suo “Iettavuci” fa incetta di riconoscimenti: premio della critica, premio miglior testo, premio migliore musica e premio dei bambini.
E’ ancora del 2013 l’esperienza della 7.luas.mythos.orchestra, progetto artistico della fondazione Sète Sòis Sète Luas di Marco Abbondanza, sotto la direzione del portoghese Andrè Santos, che la vede impegnata in tour nazionale e internazionale, tra il Portogallo, l’Italia, la Francia, la Grecia, il Brasile insieme ad artisti di nazionalità diverse.
Da Milano invece arriva un importante riconoscimento nell’ambito del concorso per cantautori “L’artista che non c’era”, dove conquista il Primo Premio e il Premio Speciale Muovi la Musica. Nel 2015 partecipa agli eventi artistici di Expo a Milano con due spettacoli musicali: “Il casellante” di Andrea Cammileri e “DiVentoTerra”.
Nel 2016, al Premio InCanto, contest di uno dei più prestigiosi club Romani, L’Asino che Vola, vince il premio della critica “Piero Calabrese”, premio Migliore performance, premio Indiegeno Fest e l’accesso in finale al premio Musica Controcorrente. Nello stesso anno sbanca anche al Premio Botteghe d’Autore ad Albanella (SA) conquistando, oltre al premio assoluto, anche una menzione come miglior arrangiamento con il brano inedito “Linzolu di Mari”. Ad ottobre, infine, si aggiudica il premio Musica Controcorrente, ricevendo una menzione anche per la rivisitazione del brano “Lazzari felici” di Pino Daniele.
Ormai la spesa ha una voce molto consistente nel bilancio familiare. Ecco come risparmiare il…
Anche senza lavorare è possibile ottenere una rendita di ben 3 mila euro al mese.…
L'albero di Natale è il simbolo delle festività invernali e averlo sempre al top è…
La definizione di un sistema integrato ed innovativo di strumentazioni per ambiente ospedaliero a carattere…
Dopo i recenti rincari, è sempre più utile conoscere dei 'trucchi' per risparmiare sulle bollette…
In un anno, grazie al progetto “Mimosa” dell’associazione “Farmaciste insieme”, ben 72 donne vittime di…