Marco Forzese il deputato regionale dei Democratici riformisti continua a sostenere il governatore Rosario Crocetta, ma invita sia le forze di maggioranza che quelle di opposizione a concentrarsi su riforme che portiano a un miglioramento della qualità della vita dei siciliani. Secondo Forzese questo non è certo il momento di chiedere poltrone in giunta, quanto piuttosto concentrarsi sulle riforme necessarie alla Sicilia. E’ proprio l’ex presidente della Prima commissione esprime una forte preoccupazione per l’insoddisfazione di molti siciliani, come i Forconi, che protestano in piazza in tutta Italia per la mancanza di prospettive lavorative per se stessi e per i loro figli.
Quali sono le riforme importanti che ha fatto il governo Crocetta?
“Io sono stato il presidente della Commissione Affari istituzionali e ritengo di aver toccato molti tasti importati per il governo siciliano. Per prima cosa abbiamo riformato la legge elettorale adottando la norma sulle pari opportunità, quella legata alla doppia preferenza di genere. Tutto ciò è stato deciso nel mese di luglio del 2012, quando molti pensavano che la Sicilia non fosse ancora pronta per approvare una legge di questo tipo. Sono state condotte in porto riforme come quella che ha ridotto di molto le nomine diminuendo sia il numero delle Ipab che quello delle Asi. Lo stesso modello è stato applicato all’Irsap, per riformare questo. Alla
fine si era dato vita ad un consiglio d’amministrazione che anche il procuratore generale di Caltanissetta Sergio Lari ha ribadito che Alfonso Cicero è tra i personaggi più a rischio in Sicilia.
Io ho fatto ricorso al Tar perché ritengo che non ci sono state le condizioni per farmi decadere dalla presidenza della prima Commissione. Oggi alla fine del 2013 il presidente Crocetta deve mandare messaggi chiari che sono quelli che la gente si aspetta. Le persone vogliono non solo che i parlamentari si riducano gli stipendi, ma è giunto il momento che i politici di maggioranza e opposizione facciano quadrato e cerchino di dare un solo orgoglio alla Sicilia. Il governo di Crocetta è stato visto fin dall’inizio come portatore di una politica di legalità. Crocetta al di là delle mancate riforme ha sicuramente tracciato un messaggio chiaro di una politica nuova rispetto quella degli ultimi 15 anni. La politica deve cambiare la qualità della vita dei siciliani.
Il Pd ha fatto ostruzionismo al governo Crocetta soprattutto nei mesi di settembre e ottobre. C’è il concreto timore che la richiesta di una giunta più politica riemerga. Cosa ne pensa di questa prospettiva?
Io ritengo che non sia il momento di parlare di giunta, non sia il momento di parlare di poltrone. E’ il tempo che le forze politiche di maggioranza e opposizione propongano un rilancio all’azione politica per fare in modo che la politica parli solamente di progetti. Io ho visto un Pd eccessivamente contro il governatore Crocetta e secondo me non ha fatto altro che creare disagi, che alla fine ricadono sul popolo siciliano.
Si ritiene soddisfatto di aver fondato il partito dei democratici riformisti della Sicilia e di essersi lasciato alle spalle l’esperienza dell’Udc?
Io ho detto sempre, in tempi non sospetti, in più occasioni di appoggiare il governo Crocetta. Questo l’ho affermato prima che l’Udc sposasse il progetto di Crocetta con l’approvazione di D’Alia. I Drs sono stati un’esigenza condivisa con Crocetta, Lumia e Cardinale per dare un ulteriore appoggio politico alla coalizione del governatore. I democratici riformisti sono formati da tutti i fuoriusciti alle singole esperienze politiche che però hanno dato vita a un progetto politico serio di un rilancio alla politica di Crocetta. Il governatore ha un comportamento politicamente coerente. Infatti non è da tutti avere una gran forza di carattere, in momenti in cui spesso vengono fatti ricatti dalle altre forze politiche.
I forconi e tanti siciliani sono scesi in piazza in tutta Italia. C’è un momento di forte disagio del popolo siciliano e italiano tutto. Lei è preoccupato?
Sì sono molto preoccupato, perché quando si arriva a una soglia di povertà che supera il 30% in tutto il paese e in Sicilia si viaggia intorno al 50%, si rischia che qualcuno possa perdere il senno. E’ un momento storico delicato dove la gente rischia di non riuscire più a dare da mangiare ai propri figli o non trova lavoro. La politica deve fermarsi un momento e non parlare più di poltrone, ma deve trovare un solo obiettivo che è quello di rilanciare qualcosa di serio che possa cercare di far stare bene i siciliani.
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